Doveva essere calcio champagne, manifesto rivoluzionario di un “Maestro” rimasto tale, per il momento, solo sui titoloni dei giornali in una strana estate italiana. Andrea Pirlo e la Juventus si erano detti di “si” un pomeriggio della metà di agosto.
Lui, il grande ex calciatore, assunto come tecnico dell’Under 23, tutto di un tratto si è trovato a dover condurre la prima squadra. Accolto dall’entusiasmo immotivato di buona parte del mondo pallonaro italiano. Entusiasmo per un allenatore che dati alla mano, non aveva ancora allenato un giorno in vita sua. Tante grazie e tanti saluti a Massimiliano Allegri prima e Maurizio Sarri poi, entrambi vincenti ed entrambi silurati senza troppi ripensamenti dalla società bianconera. L’arrivo di Andrea Pirlo, di fatto, è stata una scelta diretta del presidente Andrea Agnelli. Una scelta che per il momento si è dimostrata essere disastrosa. La campagna europea della Juventus si è fermata agli ottavi di finale contro il Porto. Una buona squadra per carità, ma non di certo uno dei top club europei. Salutata l’Europa, in Serie A, se vogliamo, i dati e le statistiche sono ancora peggiori soprattutto dopo la sconfitta interna rimediata contro il Benevento nell’ultimo turno di campionato. La Juve di Pirlo dopo 27 giornate ha conquistato 55 punti. Quel Sarri mal sopportato dall’ambiente con un Chiesa, Kulusevski, Arthur e Morata in meno nella scorsa stagione, dopo ventisette partite aveva già toccato quota 66. Impietoso il paragone con l’ultima stagione di Allegri. Il tecnico di Livorno, nel 2018-19 a questo punto del campionato viaggiava in testa alla Serie A con 75 punti.
Per trovare un rendimento peggiore da parte dei bianconeri bisogna tornare indietro alla stagione 2011-2012, quando la prima Juve di Conte aveva raccolto 53 punti. Quella stagione di concluse con lo scudetto in un campionato lontano parente di quello attuale. Sino a questo momento la scommessa Pirlo non ha pagato. Ecco nel dettaglio il rendimento della Juventus negli ultimi dieci anni:
Juventus 2020-2021 dopo 27 partite giocate in campionato: 55 punti.
2019-2020: 66 punti.
2018-2019: 75 punti.
2017-2018: 71 punti.
2016-2017: 67 punti.
2015-2016: 61 punti.
2014-2015: 64 punti.
2013-2014: 72 punti.
2012-2013: 59 punti.
2011-2012: 53 punti.
Il tempo ci dirà se davvero un allenatore alle prime armi possa essere definito un “Maestro”, oppure rimarrà soltanto una fantastica invenzione giornalistica di uno strano agosto in una strana estate italiana.