Enrico Castellacci, medico dell’Italia e presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio, ha fatto il punto sulla situazione degli infortunati a pochi giorni dalla gara con la Svizzera. Le sue parole riportate da TMW Radio.
SUGLI INFORTUNATI: “E’ consueta ormai questa domanda, ma noi lo sappiamo perfettamente, a certi livelli giocare continuativamente tre partite a settimana non può non stressare il fisico dei giocatori. O gli allenatori cominciano a fare dei cambi o si va incontro a infortuni. Certo, possono farlo di più chi ha panchine lunghe. Noi siamo oberati di infortuni, ma non vedo la Svizzera che sorride, a loro mancano 7 titolari, noi fortunatamente abbiamo giocatori comunque validi e riusciamo a compensare il danno“.
SUL COMPORTAMENTO DELLO STAFF DELLA NAZIONALE CON GLI INFORTUNATI: “La mia associazione ha fatto un documento affinchè si revisionasse tutto, sia nei confronti della Federazione Italiana che a livello Fifa e Uefa. Se ci sono tutti questi infortuni, poi se la prendono tutti con i medici. La Federazione è un po’ sorda a queste richieste ma deve aprire le porte ai medici del calcio per discuterne. E’ un fatto scientifico che dopo le partite si formino micro lesioni fisiologiche che hanno bisogno di almeno 3-4 giorni per guarire. Altrimenti poi si lesiona il muscolo. Lo staff della Nazionale, se il giocatore si infortuna normalmente, il medico della Nazionale fa la sua valutazione: se può essere recuperato lo trattiene, se non è così lo rimanda al club. Talvolta se la lesione è talmente seria, si evita anche al giocatore di venire, ma sono delle eccezioni“.
SU IMMOBILE: “Se non c’è la diagnosi precisa, non si può parlare di tempi di recupero. Si è parlato di probabile stiramento, vuol dire che il giocatore ha un ematoma, che si è creato dallo stiramento del muscolo. L’ematoma da trauma è diverso da quello dovuto a stiramento. Se recupera in 15 giorni vuol dire che aveva solo un edema e non uno stiramento“.
SULLA CORRELAZIONE TRA ETA’ E INFORTUNI: “Abbiamo fior di atleti che a certi anni riescono ad essere competitivi. E’ logico che un combattente come Chiellini abbia delle cicatrici di guerra nel suo corpo e che queste gli diano problemi, ma fa parte del gioco. Rimane un grande giocatore, non è lui che vuole mantenere una poltrona, ma ci si rende conto che un elemento come lui sia in campo che fuori è un elemento indispensabile“.