Castagne contro Gasperini: “Il suo metodo non mi andava bene”
Timothy Castagne si è tolto alcuni sassolini dalle scarpe durante un’intervista rilasciata a Sport Footmagazine. L’esterno del Leicester ha ripercorso la sua esperienza in Serie A: “Quando perdi palla, non mancano di fartelo notare. E a me non mai piaciuto essere rimproverato. Qui è più tranquillo, se perdi qualcosa, ti incoraggiano, ti dicono di pensare all’azione successiva. Brendan Rodgers è una persona molto calma. Con lui abbiamo conversazioni, ascolta la nostra opinione, possiamo discutere. Questo è un metodo che si adatta meglio al mio carattere. Perché per natura sono già il tipo che si fa mille domande, quindi non ho bisogno di qualcuno che mi metta la testa sott’acqua nel caso facessi qualcosa di brutto”.
E sul tecnico Gian Piero Gasperini: “Porrò il problema in modo diverso. Sono rimasto lì per tre anni ed è stata davvero una bella esperienza. E forse io stesso devo imparare ad essere un po’ più sicuro di me. Ma il punto è che il metodo Gasperini non sempre mi andava bene. Nel corso della partita, è un allenatore che si arrabbia molto velocemente, che ha molti problemi a controllarsi. Ovviamente, ci sono molti giocatori che non hanno problemi a riguardo. E anche con me ha funzionato. Quindi prendo per lo più le cose positive da questa esperienza in Italia, ma penso di non essere mai stato al 100% delle mie capacità a causa di questo modo di lavorare. Sono andato in Italia per crescere e sono cresciuto. Mi sono fatto un nome e una reputazione. Oggi sarei un pazzo a sputare sul piatto dove ho mangiato. Dico solo che per rendere al meglio ho bisogno di un entourage con un approccio diverso da quello che può avere Gasperini”.