Caso Suarez, emergono le chat del Ministro De Micheli
Si arricchisce di nuovi elementi il famigerato caso Suarez. La Nazione, stamane, ha pubblicato un’esclusiva inerente al contenuto di alcune chat, intercorse tra il Ministro dei Trasporti Paola de Micheli e il capo gabinetto del Viminale Bruno Frattasi. La nota testata fiorentina, inoltre, riferisce il contenuto (parziale, ndr) del verbale relativo alle dichiarazioni del Ds Fabio Paratici, rese ai PM di Perugia Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti, l’11 novembre 2020. Le dichiarazioni del manager bianconero, accostate a quella del ministro, sono discordanti. Da tale divergenza, ne è scaturita l’iscrizione al registro degli indagati. La ricostruzione de La Nazione, parte dal dubbio di Paratici, circa l’effettivo possedimento del passaporto comunitario, con il conseguente appello all’amica d’infanzia, oggi ministro. Da lì, la richiesta della De Micheli a Frattasi, affinchè si accelerasse l’iter.
Ecco quanto riferito da Paratici ai PM: “Escludo di aver avuto contatti con il Ministero dell’Interno o con altri Ministeri. La mia partecipazione sulla vicenda si limita ad aver dato mandato all’avvocato Chiappero come già riferito”.
Quanto riferisce Paola De Micheli ai PM
La versione discordante della De Micheli: “Ricordo che durante il calcio mercato fui contattata da Fabio Paratici. Premetto che, essendo piacentino e quasi mio coetaneo, è mio amico di infanzia e quindi abbiamo frequenti contatti. Mi contattò, mi pare il 3 settembre 2020, forse nel corso della mattinata. Mi disse che la Juve sta comprando Suarez e che l’accordo era quasi fatto. Paratici mi spiegò che non aveva il passaporto italiano, non si erano accorti che non aveva il passaporto comunitario, cosa che era emersa a trattativa quasi conclusa e che quindi il requisito della cittadinanza era indispensabile per il buon fine dell’operazione”. Il Ministro dei Trasporti aggiunge: “Paratici mi disse che anche che Suarez aveva già presentato domanda al Consolato italiano di Barcellona per l’ottenimento della cittadinanza ma che la domanda non si era completata e che era necessario verificare se si potesse in qualche modo completare l’iter, chiedendomi a tale fine un supporto. Io risposi che, non avendo competenza, avrei contattato il capo di gabinetto del Ministero dell’Interno, cosa che feci subito”.
Le chat con il capo gabinetto della Lamorgese Bruno Frattasi per l’iter di Suarez
Da qui, il contenuto delle chat in cui, la De Micheli, chiede un ausilio a Frattasi.
Paola De Micheli: “So che oggi sei in giro. Ma la Juventus mi chiede notizie di questa richiesta di cittadinanza. Mi aiuteresti?”
Bruno Frattasi: “Appena arrivo a Roma mi attivo“
A seguito del rifiuto della richiesta di cittadinanza, dovuto alla mancanza della conoscenza della lingua italiana, Frattasi rassicura la De Micheli.
Bruno Frattasi: “Se, come credo vogliono riproporre una nuova istanza di concessione possiamo supportarli”.
Paola De Micheli: “Trattasi di un giocatore che la juve vuole comprare. Non ha fatto l’esame perché sta da 11 anni in Europa. Ma non lo ha scritto nella domanda. Quindi mi consigli di mettere in contatto la juve con un tuo dirigente x accelerare????”
I contatti tra l’avvocato della Juventus Chiappero e il dirigente del Ministero Antonella Dinacci
Il capo di gabinetto del Viminale si attiva. Il legale bianconero, Luigi Chiappero, entra in contatto il dirigente ministeriale Antonella Dinacci che, interrogata, afferma: “A seguito delle richiesta del direttore centrale prefetto Rabuano, a sua volta interessata dal capo Dipartimento, prefetto Di Bari il giorno 4 ottobre ho contattato l’avvocato Chiappero legale della Juventus. L’Amministrazione, una volta accertata la sussistenza dei requisiti, può procedere al rilascio della cittadinanza anche prima dei tempi previsti dalla legge con l’obiettivo di venire incontro alle esigenze del richiedente”. Tuttavia, l’Avvocato Chiappero non si farà più sentire.
I sospetti della Procura, si indirizzano verso l’ipotesi che, la Juventus, non abbia abbandonato la pista Suarez in quanto conscia di non possedere i tempi necessari ma, a seguito dell’informazione circa l’esistenza di un’indagine.