Caso Suarez: cosa rischia la Juventus
Si allarga l’inchiesta della Procura di Perugia sull’esame “farsa” sostenuto da Luis Suarez per ottenere l’attestato di conoscenza della lingua italiana. Che, per la legge, è conditio sine qua non per ottenere la cittadinanza italiana. A sua volta requisito fondamentale per permettere al Pistolero di accasarsi alla Juventus. Poi, le strade del calciomercato lo hanno portato a Madrid, ma questa è un’altra storia.
Quello che riguarda gli aspetti legali della vicenda, è un fronte che adesso, come rivelano gli atti dell’indagine analizzati dal Corriere della Sera, coinvolge tre persone legate alla società bianconera. Il direttore dell’area tecnica Fabio Paratici, come emerso ieri, l’avvocato Maria Turco (che ha seguito le pratiche), e Federico Cherubini, Head of football team and technical areas juventino. Sarebbe stato lui a contattare il Rettore dell’Università Statale di Perugia, Maurizio Oliviero.
Da Torino, filtra una certa serenità: la società si è limitata a chiedere informazioni tecniche, e comunque Luis Suarez non è un tesserato della Juventus. Sia a livello penale che a livello di giustizia le accuse sono tutte da dimostrare, ma l’inchiesta della Procura Federale della Figc, guidata da Giuseppe Chiné, prescinde da quella penale. Anche in caso di archiviazione, se fosse dimostrato il coinvolgimento di un tesserato, il rischio va da un’ammenda per la responsabilità oggettiva, alla responsabilità diretta con penalizzazioni, fino alla retrocessione.
Ovviamente, siamo nel campo delle ipotesi, ma sul tema passaporti, dopo gli scandali del 2001, la Figc è intervenuta con l’articolo 32, comma 7:
“Le società nonché i loro dirigenti, tesserati, soci e non soci di cui all’art. 2, comma 2, che compiano direttamente o tentino di compiere ovvero consentano che altri compiano atti volti ad ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento di calciatori extracomunitari, ne sono responsabili applicandosi le sanzioni di cui ai successivi commi 8 e 9”.