Caso scommesse, Fagioli confessa: “Non vedo l’ora di rientrare, ho un sogno. Ecco come ho cominciato a giocare”
Caso scommesse Fagioli – Il centrocampista della Juve è intervenuto all’ex teatro Araldo di Torino per il terzo dei dieci appuntamenti pubblici previsti a integrazione del piano terapeutico. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni riprese da TMW.
Caso scommesse, le dichiarazioni di Fagioli
“Ho cominciato le prime volte quando avevo 16 anni, all’inizio era come un gioco, poi pian piano è diventato una malattia, ho iniziato subito con le scommesse sportive. Prima di perdere il controllo mi piaceva proprio giocare, cercavo la dopamina senza saperlo. Poi mi sono reso conto che era una malattia, ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto. Meno male che a maggio ho avuto l’idea di farlo. Sto molto meglio adesso rispetto a un anno fa, è stato il periodo più difficile della mia vita. Cosa mi fa star bene adesso? Stare con la famiglia, gli amici e praticare sport. Dal mio punto di vista mi avrebbe sicuramente aiutato continuare a giocare a calcio. Star lontano dai campi è una punizione che mi hanno dato ma ha reso le cose ancora più difficili. Ho tantissima voglia di tonare in campo, non vedo l’ora che sia il 19 maggio quando finirà la squalifica, il 25 maggio dovrei giocare l’ultima partita di campionato. Pian piano ti accorgi che ti manca lo spogliatoio e lo stare insieme ai compagni soprattutto quando vincono. Questa stagione sta andando meglio dell’anno scorso, è stata dura ed è ancora dura star lontano dai campi e vivere dei momenti belli insieme a loro. Gli Europei? Quello è un sogno. Siti Illegali? Perché non potevo farlo col mio nome intanto, anche se all’inizio non sapevo quale fosse la differenza tra i .it e i .com. Il motivo vero non lo so perché ho cominciato su quelle piattaforme, poi ho continuato perché mi trovavo bene. Che sia illegale o no, è sempre difficile vincere. Le perdite sono istantanee, le vincite hanno bisogno di tempo e quindi ricarichi subito, forse è questo il meccanismo per cui il banco vince sempre. Ero sempre nervoso, l’unico mio sfogo era la partita perché mi allenavo male e questo faceva di me un calciatore che non dava il 100% in campo. Compagni e società mi hanno aiutato molto standomi vicino. Lo spogliatoio prima delle partite mi manca, ma per il resto è come se non fosse successo nulla. Dopo che è uscito il casino ero più concentrato a non far uscire altre cose di me sui giornali che non sul resto, poi superate le prime due settimane son tornato a pensare alla squadra ed è stata dura non poter partecipare a partite e trasferte. All’inizio ho provato rabbia e vergogna quando erano uscite tutte le cose sui giornali, poi ho vissuto un momento di pace. E ora ho solo voglia di tornare in campo”.