Il caso plusavalenze si anima di nuovi importati risvolti. La Corte d’appello della FIGC ha respinto il ricorso della Procura. É stata confermata, dunque, la sentenza di primo grado del Tribunale federale, quella in cui furono prosciolte le varie società incriminate (Juve, Napoli in primis e altre 9) insieme ai dirigenti Aurelio De Laurentiis e Andrea Agnelli. Nelle motivazioni è emerso che è impossibile stabilire con metodo oggettivo l’effettiva valutazione di un giocatore sul mercato. La Corte ha respinto anche i ricorsi incidentali presentati da quattro dei club coinvolti (Juventus, Sampdoria, Empoli e Parma) per l’eccezione procedurale sul mancato deposito da parte della Procura della nota Covisoc sulle plusvalenze del 14 aprile 2021.
Con la decisione della FIGC di respingere il ricorso della Procura, è stato infranto, dunque, il teorema studiato per sviluppare un modello matematico per identificare il valore rettificato di ognuna delle 51 plusvalenze considerate gonfiate. Quello che manca è proprio uno strumento efficace che possa mettere in discussione il valore di un giocatore.
Il prossimo step sarà quindi il Collegio di Garanzia del CONI. La Procura ed è intenzionata ad andare avanti e non vuole mollare, nella speranza di poter dimostrare che definire una valutazione di mercato di un calciatore sia possibile, anche se il percorso appare molto in salita.