Caso dossieraggio, Gravina nel registro degli indagati: l’accusa è di autoriciclaggio
C’è anche il nome di Gravina nel registro degli indagati per il caso dossieraggio. Accusa di autoriciclaggio, il presidente FIGC chiarisce.
Il caso legato al dossieraggio messo in atto dal luogotenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano – e da altri elementi fra cui alcuni giornalisti e il giudice Antonio Laudati – ha avuto grande eco mediatica anche di riflesso nel mondo dello sport. Sono diversi i nomi coinvolti nella banca dati del finanziere che venivano illecitamente spiati, come Andrea Agnelli, Max Allegri e Cristiano Ronaldo.
Nelle liste però compare anche il nome di Gabriele Gravina, che nella giornata di oggi si è presentato alla Procura di Roma per chiarire la propria posizione in merito alle presunte accuse. Il presidente della FIGC è stato inserito nel registro degli indagati. Atto dovuto proprio dopo la deposizione spontanea.
Gravina indagato per autoriciclaggio, le parole dei suoi avvocati
A chiarire la situazione ci hanno pensato gli avvocati di Gravina, ossia Leo Mercurio e Fabio Viglione. I due legali, tramite una nota, hanno specificato: “In ragione delle intollerabili strumentalizzazioni e delle ricostruzioni distorsive della verità dei fatti che lo hanno chiamato in causa negli ultimi giorni. Pur non risultando indagato, Gabriele Gravina ha chiesto di essere ascoltato per chiarire la sua posizione e le circostanze di cui è stato vittima”.
E aggiungono: “L’audizione si è svolta questo pomeriggio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Roma. La decisione è stata maturata al fine di tutelare la sua immagine e in virtù della piena fiducia che ripone nei magistrati che stanno seguendo il caso. In questa vicenda il nostro assistito è una persona offesa. Per questo auspica si faccia luce quanto prima su quella che si sta profilando come una vera e propria attività di dossieraggio, rispetto alla quale si augura anche l’individuazione dei mandanti”.
Gravina accusato di autoriciclaggio: i fatti
L’accusa rivolta a Gravina è quella di autoriciclaggio e appropriazione indebita, come riporta il Corriere della Sera. I fatti risalgono ai primi mesi del 2018, quando l’attuale presidente federale era il numero uno della Lega Pro. Il caso riguarda l’assegnazione del bando per il canale tematico, vinto dalla ISG – specializzata in gestione di piattaforme digitali -, affiancata dalla Ginko, azienda di comunicazione.
In questa operazione Gravina – secondo le ipotesi da provare – avrebbe incassato una cifra extra fra i 250 ed i 350mila euro. Utilizzati poi per acquistare un appartamento a Milano. Per giustificare il passaggio di denaro sarebbe stata messa in piedi una compravendita di libri antichi – di proprietà di Gravina – da almeno due intermediari che però non si è mai concretizzata.