Fabio Capello, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato a lungo della Serie A e quindi di quella che potrebbe essere secondo lui la prossima stagione, degli Europei ma anche dell’addio di Messi al Barcellona. Il campionato di massima serie italiano secondo lui sarà: “Il campionato degli allenatori. Abbiamo fatto il pieno: Mourinho, Allegri, Spalletti, Sarri. C’è gente che ha dato tanto, ma dovrà ancora dare. Il mercato è aperto e dovranno essere bravi a intervenire in corsa. Mourinho? Ha la personalità giusta per una piazza come Roma, ma i problemi non mancano. La partenza di Dzeko mi ha sorpreso. Non era solo un centravanti: era anche una fonte di gioco. Allegri? La Juve parte in pole position dopo le cessioni dell’Inter. Le aspettative sono tutte su Allegri e lo dico spassionatamente: non sarà facile ripetere i successi del ciclo precedente. Inter? Non sono d’accordo. È andato via l’allenatore, sono partiti due campioni ma il telaio resta di buona qualità. Dzeko è perfetto per sostituire Lukaku, Calhanoglu ha colpi importanti. Inzaghi può caricare il gruppo: dimostrare che l’Inter non era solo Lukaku e Hakimi“.
“Il Milan – continua Capello – ha un progetto avviato. Giroud è un attaccante di spessore internazionale. Attendo l’esplosione di un talento dal potenziale enorme come Leao. Da Donnarumma, però, il Milan meritava maggiore riconoscenza. Spalletti? Ha la squadra pronta, deve solamente evitare di perdere pezzi: la cessione di Koulibaly va scongiurata. Sarri? La chiave è l’impatto di Sarri con un gruppo di qualità plasmato dagli anni di Simone Inzaghi. Atalanta? Bergamo è un modello: allenatore di grandissimo livello, presidente ex giocatore che conosce bene le dinamiche del calcio, struttura abile nell’individuare talenti. Mi ricorda il Liverpool di Klopp“.
Parla poi dei problemi finanziari del Barcellona e dell’addio di Messi che ne è scaturito: “Con la crisi di liquidità dovuta al Covid, i club ricchi e sicuri sono di proprietà araba e russa. Messi ha scelto il PSG: Parigi è la nuova mecca. Per fortuna c’è anche il calcio dei saggi: il Bayern Monaco e i club tedeschi in generale“.
Il successo dell’Italia agli Europei lo commenta così: “Macnini ha riproposto, in una versione moderna, gli aspetti migliori del nostro calcio: copione flessibile, sfruttamento delle caratteristiche dei giocatori. Osare è un segnale di qualità. Jorginho merita il Pallone d’Oro? Se si assegna per meriti generali, ha le carte in regola per essere più votato. Ha vinto Champions League, Europeo e Supercoppa Uefa“.