Caos Roma, salta tutto | A Ghisolfi non resta che il mercato degli svincolati, ma è caccia grossa
Intoppi di mercato fanno saltare trattative già praticamente chiuse nell’ultimo giorno di mercato. A Ghisolfi non restano che gli svincolati.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum, direbbero i maestri latini: sbagliare umano, perseverare diabolico. Gli ultimi giorni di mercato hanno rovinato i piani di una Roma molto più forte dalla cintola in su, ma senza equilibrio.
L’affare Abraham è andato in porto e a conti fatti ha portato due benefici: l’arrivo di Alexis Saelemaekers, che permette a Daniele De Rossi di poter giocare sia con il 4-3-3 sia eventualmente con il 3-5-2. Non solo.
Sì perché grazie allo scambio con il Milan, la Roma ha trovato la forza per andare a prendere Manu Koné dal Borussia Monchengladbach, sbaragliando una signora concorrenza (c’era anche il Milan) per un talentuoso centrocampista, preso per 25 milioni di euro, bonus compresi.
Fin qui tutto secondo i piani, anche se alla fine per molti tifosi giallorossi la partenza di Edoardo Bove (non all’Eintracht Francoforte per fortuna, bensì in prestito con diritto di riscatto che potrebbe diventare obbligo a determinate condizioni) è una ferita difficilmente rimarginabile. Tant’è.
Maledette visite mediche
Dove s’intoppa il mercato di Ghisolfi? Nel reparto difensivo e nelle visite mediche. Già era successo nei giorni precedenti con Kevin Danso, tra lo stupore generale e con il difensore francese che posta sui social frasi al vetriolo inversamente proporzionali a quanto manifestato dai medici, prima di tornare al Lens.
È accaduto di nuovo nell’ultimo giorno di mercato. Neanche Tiago Djalò supera le visite mediche con i giallorossi, così la Roma chiude il mercato senza centrale e con Smalling possibile partente per l’Arabia Saudita. Non proprio il massimo per una squadra che aveva già manifestato evidenti limiti difensivi nelle prime uscite.
E ora che si fa?
Chiuso il mercato, alla Roma non restano che gli svincolati, per fortuna quest’anno tanti e alcuni di grido. Come Matt Hummels, svincolato dal Borussia Dortmund e oggetto del desiderio non esaudito di Como e Bologna. Si potrebbe fare, a patto che Smalling vada in Arabia.
Sì perché l’indiziato numero uno è Mario Hermoso, altro difensore trattato da club italiani: Inter e Napoli su tutti. Ora è il turno della Roma e di Ghisolfi. Deve portare a casa un difensore per forza: due nel caso in cui il club giallorosso riesca a vendere Chris Smalling entro il 2 settembre, il giorno ultimo della fine della sessione di mercato estiva saudita, sempre che tutti riescono a superare queste benedette visite mediche.