Calvarese: “L’arbitro deve essere consapevole, un fischio pesa”
Gianpaolo Calvarese è ormai un ex arbitro. Ha deciso di smettere a 45 anni dopo 157 partite dirette in Serie A. Adesso, è commentatore tecnico arbitrale per la nuova piattaforma Amazon Prime Video e ha fatto il suo debutto per la Supercoppa Europea tra Chelsea e Villarreal. Da questa settimana, lo aspetterà la Champions League fino ai prossimi tre anni. Ha parlato al Corriere della Sera, facendo un salto nel passato.
Le dimissioni: “Ho deciso di smettere per dedicarmi alla mia azienda di integratori, ma è stata dura dire basta. Non volevo avere conflitti d’interesse e ho optato per questa decisione. L’obiettivo è lavorare con squadre professionistiche“.
L’approdo ad Amazon: “Un’opportunità stimolante che mi ha preso in contropiede. Mancherà l’adrenalina del campo ma ad Amazon avrò una specie di VAR Room e potrò interagire con i telecronisti sugli episodi da moviola“.
Le decisioni del fischietto: “Il compito di un arbitro è sbagliare il meno possibile perché è impossibile non sbagliare. Le critiche fanno crescere, anche quelle dei tifosi ma fino a quando non vengono strumentalizzate. Nel momento in cui si fa un errore, bisogna dirlo, senza se e ma“, sottolinea Calvarese.
La guida AIA da Nicchi a Trentalange: “Il cambiamento ci sta. Trentalange lavora su innovazioni strutturali, come la VAR Room, e culturali, come far parlare i direttori di gara“.
Il rapporto VAR-arbitro: “È uno degli aiuti più validi. Sul fuorigioco è facile essere d’accordo con la tecnologia, mentre per un rigore entra in campo la soggettività e da lì nascono le discussioni del caso“.
IL PASSATO
L’ultima Juventus-Inter diretta: “Le polemiche fanno parte del gioco, e il clamore mediatico amplifica le decisioni. Ammetto che la gestione di quella partita poteva essere migliore, ma non vorrei entrare nello specifico. C’è il rischio di strumentalizzare nuove discussioni. E mio ritiro non c’entra con quella gara“.
La società che mette più pressione: “Nessuna, ma una decisione può far spostare equilibri significativi. Bisogna solo prendere buone decisioni ed essere consapevoli e preparati. Un fischio pesa sempre“.
Il rapporto con Collina: “Il mio primo designatore, mi ha insegnato tanto. Grazie a lui ho acquisito concetti fondamentali sia in campo che fuori. Anche Rizzoli è stato importante con la sua tecnica e umanità“.
Il miglior arbitro secondo Calvarese: “È la ‘squadra’ degli arbitri, come disse Gianluca Rocchi. Sono d’accordo con Mancini, che durante gli Europei sostenne che con i singoli si vince la partita, mentre con la squadra il campionato. A livello europeo mi piace Kuipers, in un modo o nell’altro finirà nella mia moviola“.