La campagna trasferimenti estiva per la stagione 21/22 si è appena conclusa. Gli ultimi affari conclusi oggi ci consegnano le rose definitive delle 20 squadre di Serie A. Un mercato che ha risentito dell’effetto dei mancati introiti dovuti alla pandemia, la quale ha ridotto in maniera significativa i budget dei club. Non sono mancate però idee, colpi di scena, cambi di strategia che hanno tenuto sulla corda i tifosi e gli addetti ai lavori fino agli ultimi istanti. Abbiamo quindi analizzato l’operato sul mercato delle squadre di Serie A, assegnando un voto ad ognuna di esse.
Un mercato “incrementale” seguendo la solita formula societaria: l’autosufficienza. Partiti Gollini e Romero direzione Londra, presi Musso e Demiral, giocatori di simile livello, per sostituirli. Negli ultimi dieci giorni a Bergamo anche Zappacosta e Koopmeiners, rinforzi intelligenti e di spessore per dare profondità alla rosa di Gasperini. Inoltre, continuità alla linea verde con l’acquisto del difensore Lovato dal Verona e il ritorno dal prestito di Piccoli, ottima alternativa in attacco. Un mercato di sostanza oltre che di stampo europeo.
Una sessione di mercato intensa quella dei rossoblu. Salutati i veterani Palacio, Poli e Danilo, si scommette tanto su Arnautovic, talento mai completamente esploso e sui difensori Bonifazi e Theate per rinforzare la squinternata difesa di Mihajlovic. Il figlio d’arte Van Hooijdonk, nome nostalgico ai più, intriga come opzione dalla panchina e merita una chance. La perdita di Tomiyasu è però pesante. Tante operazioni minori per sfoltire una rosa eccessivamente ampia. Si sarebbe potuto fare di più.
Un mercato tutto sommato sottotono quello dei sardi. In extremis, Nandez si è convinto a rimanere ma le uscite di Simeone e Sottil non sono state rimpiazzate a dovere. Keita Balde, arrivato allo scadere, può essere una soluzione, ma ha spesso peccato di continuità. Non basta l’esperienza di Strootman e la conferma di Godin, anche lui più volte sul punto di partire. In difesa si aggiunge all’ultimo anche Caceres, usato sicuro. La “garra” sudamericana non manca, ma in attacco un rinforzo era necessario per togliere il peso ancora tutto sulle spalle di Joao Pedro e Pavoletti.
Bilancio positivo per il mercato dei toscani. L’attacco, con gli arrivi di Pinamonti e Cutrone, assume profondità e forze fresche. Prestiti intelligenti quelli di Stojanovic e Marchizza. Ma il colpo più importante potrebbe essere la conferma di Bajrami, pronto al salto dopo una B da protagonista. Fiducia a Vicario tra i pali, in prestito dal Cagliari. Haas e Zurkowski portano corsa e dinamismo. Va però valutata la tenuta nel lungo termine di una squadra largamente modificata.
Partiti tra i mille dubbi di inizio estate, il mercato dei viola ha chiuso con un crescendo che ha giustamente riportato l’entusiasmo al Franchi. Aver trattenuto Vlahovic dagli assalti di grandi club europei è un grande merito. Come aver innalzato la qualità generale con rinforzi di stampo internazionale: Nico Gonzalez, Odriozola e Torreira. Anche in panchina l’upgrade sembra completato: Italiano tecnico “giochista” rispetto alla parentesi Iachini promette idee e spettacolo. Con questo materiale, i viola possono di nuovo tornare a divertirsi.
Solita rivoluzione targata Preziosi. Una serie pressoché infinita di prestiti e parametri zero, in entrata e in uscita. A Ballardini l’arduo compito di assemblare una squadra. L’esperienza di Sirigu potrebbe aiutarlo, l’attacco Caicedo-Ekuban è un’incognita dopo la partenza direzione Roma di Shomurodov. Interessante il prestito dall’Inter di Vanheusden. Fares, all’ultimo, dona almeno un’opzione in più sulla corsia mancina. Per il resto, solito rebus da decifrare. Nel via vai di giocatori, la qualità media sembra essersi addirittura abbassata.
Mercato a due facce quello dei nerazzurri. Il pessimismo cosmico di inizio agosto dopo le partenze degli uomini scudetto Lukaku e Hakimi, oltre a quella del generale Conte, sembrava aver disgregato la truppa vincente in poco tempo. Gli arrivi in serie di Dzeko, Correa e Dumfries oltre al rapido inserimento di Calhanoglu danno senz’altro una maggiore quantità di scelta oltre che fiducia nell’ambiente. Marotta e Ausilio hanno dovuto districarsi tra tante impervie. Il rinnovo di Lautaro potrebbe essere l’ulteriore conferma: la tempesta è passata. Simone Inzaghi può sorridere.
A pochi giorni dalla fine, un lampo a cielo (quasi) sereno: la partenza di Cristiano Ronaldo. Un mercato quieto, ad eccezione del tanto inseguito colpo Locatelli, che si trasforma in un’improvvisa corsa ad ostacoli. Tamponato parzialmente l’attacco con il ritorno di Kean e il talento brasiliano Kaio Jorge, il centrocampo è rimasto ancora senza un vero regista dopo i falliti accostamenti a Pjanic e Witsel e la mancata partenza di Ramsey. La partenza di Demiral riduce le rotazioni in difesa, dove si torna a contare su De Sciglio e Rugani. La strategia sembra chiara: abbassare progressivamente l’età media salvaguardando il bilancio e sperando nella crescita collettiva di un gruppo che deve ritrovare la via della vittoria.
Situazione oggettivamente non giudicabile fino a una settimana dal “gong” a causa del blocco dovuto all’indice di liquidità, il mercato biancoceleste ha infine preso vita con diversi colpi degni di nota. Pedro che passa da una sponda all’altra di Roma con la benedizione di Sarri, Felipe Anderson cavallo di ritorno. Intrigano Basic e Luka Romero. Aver anticipato al foto-finish le concorrenti per Zaccagni è da medaglia d’oro dell’ultimo giorno di mercato. Lo svogliato Luis Alberto di mezz’estate sembra solo un ricordo: a fronte di un Correa sacrificato per le casse del club, sembra che la permanenza dello spagnolo possa essere la vera chiave di volta.
Digerita la partenza illustre di Donnarumma e lo “sgarbo” di Calhanoglu, via in scadenza di contratto, i rossoneri hanno rapidamente voltato pagina. Confermati gli ottimi Tomori e Diaz, si è aggiunta l’esperienza di Giroud per dare finalmente all’attacco un degno sostituto (o partner) a Ibrahimovic. Maignan tra i pali dà buone garanzie. La rosa assume forza e profondità con il ritorno di Bakayoko, l’arrivo di Florenzi e, per ultima, la scommessa Messias. Un Diavolo sempre giovane con gli innesti di Pellegri e il riscatto di Tonali. Continuità e qualità: Maldini e Massara promossi. Pioli ha in mano una rosa migliorata.
Porte chiuse a Napoli, non si esce e non si entra. Mercato bloccato. Poche operazioni di rilievo per il club di De Laurentiis, alle prese anche con la scottante situazione del rinnovo di Insigne. Lo svincolato Juan Jesus ed i ritorni dal prestito di Ounas e Malcuit non possono bastare a rinforzare una squadra che si presenta sostanzialmente invariata rispetto alla fine della passata stagione. Era fondamentale prendere un centrocampista, soprattutto dopo l’infortunio di Diego Demme, e quest’ultimo è arrivato proprio sul gong: Anguissa è l’ancora di salvezza per un mercato che altrimenti sarebbe stato totalmente insufficiente.
Mercato frizzante quello dei giallorossi, con tanto di fila d’attesa in uscita dopo le decisioni di Mourinho durante il ritiro estivo. Con 40 milioni (più 2 di bonus) l’acquisto di Abraham dal Chelsea è risultato il più oneroso della Serie A in questa sessione estiva. Grande chance per l’attaccante inglese di prendersi Roma e il campionato italiano. In più è arrivato anche la sorpresa Shomurodov con tanto di saluti a Dzeko ormai desideroso di lasciare la capitale da troppo tempo. Spazio sulla fascia sinistra per Viña con l’arduo compito di non far rimpiangere l’infortunato Spinazzola. Rui Patricio in porta è una garanzia, ma altri rinforzi in difesa e a centrocampo avrebbero fatto comodo.
Era una squadra costruita attraverso prestiti e parametri zero. Lo è ancora di più questa stagione che marca il ritorno nella massima serie dopo 22 anni e le interminabili sofferenze estive per l’iscrizione al campionato. Le idee e le risorse sono inevitabilmente poche. Mezzo voto in più per il colpo Simy. Dovesse ripetere la passata stagione, il nigeriano potrebbe portare gol pesanti e carisma per evitare una retrocessione che sembra scritta. A centrocampo, il riscatto di Mamadou Coulibaly dall’Udinese è quantomeno interessante e potrebbe essere uno dei giovani da tenere d’occhio. Ruggeri e Kechrida portano corsa sugli esterni. Ma per la permanenza in A serve altro.
I blucerchiati sono fermi alla scorsa stagione. D’Aversa non ha infatti potuto attingere dal mercato come avrebbe voluto per cercare i rinforzi necessari. Gli investimenti in entrata sono stati praticamente nulli se si escludono i riscatti di Candreva e Torregrossa. L’unica scintilla è Ihattaren che arriva in prestito dalla Juve per un anno. L’olandese è oro puro per i blucerchiati, giovane di qualità e personalità. Il ritorno di Keita, alla fine, non si è materializzato e l’acquisto di Caputo proprio negli ultimi minuti ha salvato la Samp da un giudizio sotto la sufficienza. Ferrero si consola anche con la permanenza di Damsgaard e Thorsby, quest’ultimo a un passo dall’addio. Ma serviva una strategia più chiara.
Al netto della perdita di Locatelli, ampiamente prevista in questo mercato, preoccupa il malumore di Berardi che resta controvoglia in neroverde. Il mercato del Sassuolo, come sempre, è denso di attività, sia in entrata che in uscita, per l’alto numero di giocatori controllati, dalla Serie A alla Serie C. Saluta Marlon, che ha seguito De Zerbi in Ucraina. Scelte ponderate e giovani sempre al centro: tornano alla base Scamacca e Frattesi, per allungare la rosa a disposizione di Dionisi. Via Caputo per dare fiducia alla coppia Raspadori-Scamacca. Confermati Boga, Traore e Lopez per dare continuità. Il nuovo playmaker è Matheus Henrique: bene con il Gremio in Brasile fino a conquistarsi l’esordio in nazionale maggiore. Buona parte del successo di questo mercato dipenderà da lui.
Rivoluzione anche per gli spezzini, a partire dalla panchina. Thiago Motta al posto di Italiano è un cambio sotto il segno del “bel gioco” ma anche un rischio non da poco. In campo, meno dinamismo con la partenza di Agudelo e Pobega e più scommesse con tanti nuovi nomi alla ricerca di una vetrina nella massima serie. Mraz e Nikolaou dall’Empoli alla prima vera prova in Serie A, Reca e Bourabia portano almeno esperienza e affidabilità. Il resto è un vero e proprio rebus, da cui la speranza è che possano nascere nuove gemme, come nella passata stagione. Occhio al baby attaccante Antiste, enfant prodige che viene dalla serie cadetta francese.
La sensazione è che manchi qualcosa. Non l’ha nascosto Juric, chiamato a risollevare le sorti di un club in flessione ormai da diverse stagioni. L’innesto Praet, arrivato negli ultimi giorni, è ottimo ma la rosa non sembra migliorata. Pjaca e Pobega potrebbero guadagnarsi una maglia da titolare. Belotti, dopo i diversi mal di pancia estivi, rimane ma avrebbe bisogno di maggiore supporto. In questo senso, l’esterno offensivo croato Brekalo può sicuramente offrire qualcosa. La difesa si poggia sui soliti nomi, avendo perso Lyanco e non essendo stata rinforzata come dovuto se non con l’arrivo, last minute, di Zima dallo Slavia Praga. Il cambio di marcia atteso sul mercato non è arrivato.
A Udine, si sa, non ci si strappa i capelli quando arriva l’ora di dare l’addio a un big. È stato così per la partenza di De Paul, il faro delle ultime salvezze bianconere, che non poteva non accettare le lusinghe di Madrid, sponda Atletico. L’ago della bilancia a Udine è sempre stato lo scouting di nuovi giocatori da far conoscere al mercato italiano ed europeo. Ed è così anche in questa stagione, con gli arrivi dei talentuosi Samardzic e Udogie su tutti. Un rischio calcolato mentre in porta l’obiettivo è stato quello di limitare i danni con l’acquisto di Silvestri per il partente Musso. In avanti, fiducia a Pussetto e Deulofeu. Al Watford non hanno quasi lasciato traccia. Ci riprovano nella gemella Udinese.
La roulette del casinò di Venezia gira vorticosamente. Un all-in di acquisti da ogni parte del mondo per affrontare la Serie A dopo 19 anni. Rinforzi in attacco dove si aggiungono il francese Henry, vice-capocannoniere in Belgio con il Leuven e David Okereke, già in passato protagonista in B. Il tridente della passata stagione Forte-Aramu-Johnsen è atteso al salto di qualità in Serie A. Impatto da verificare per gli altri acquisti come l’italo-americano Busio, piuttosto che Ampadu o Sigurdsson. Nuova chance in A per Caldara e Kiyine. L’impressione è che sarà difficile per Zanetti assemblare un gruppo così vario in poco tempo, anche se i tentativi sul mercato non sono mancati e le curiosità sono tante.
Non arrivano alla sufficienza gli scaligeri che solo negli ultimi giorni di mercato hanno messo mano al portafoglio per accaparrarsi l’attaccante che guiderà, presumibilmente, il reparto avanzato gialloblu, ossia Giovanni Simeone. Lodevole il riscatto di Ilic, astro nascente cresciuto nel Manchester City che non ha creduto abbastanza in lui. Montipò in porta è un’operazione in attivo per sostituire Silvestri. Poca pazienza con i giovani Lovato e Udogie, sacrificati per una decina di milioni. La partenza di Dimarco e soprattutto, quella di Zaccagni sul filo di lana sono infine rinunce pesantissime a cui non si è rimediato per tempo. Di Francesco non può essere soddisfatto.