Sarà un’annata dura per la Fiorentina, attualmente quattordicesima in Serie A e vicinissima alla zona retrocessione. La vittoria ottenuta in casa della Juventus non deve illudere la proprietà viola, chiamata a concreti investimenti nel corso della sessione invernale di calciomercato per fornire alla rosa di Cesare Prandelli validi rinforzi. Tuttavia, le recenti dichiarazioni del presidente Rocco Commisso hanno lasciato intendere l’esatto contrario: “Vediamo cosa succede. Non voglio parlare di questo, non ho la competenza su questo argomento. Escono tante voci sul mercato e poi alla fine qualcuno azzecca un nome. Siamo realisti: quando ho detto che quest’anno dovevamo fare meglio dell’anno passato, sono stato chiaro. Qualcuno ha criticato dicendo che questi non sono obiettivi veri. Perché non mi date l’opportunità di imparare e di fare sbagli? Quando ho detto che i soldi non erano un problema è stato tradotto che avrei speso centinaia di milioni ogni anno”.
La finestra di gennaio è particolare, non permette grandi acquisti ma semplicemente un rimodellamento della rosa. Saranno ceduti gli esuberi come Patrick Cutrone, Riccardo Saponara, Tofol Montiel e verranno valutate eventuali offerte per calciatori del calibro di Erick Pulgar, Alfred Duncan e Christian Kouamé. Piena fiducia in Dusan Vlahovic, elogiato anche da Commisso per le prestazioni offerte in campo: “Mi ha impressionato la prima volta che l’ho visto, poi ha fatto bene e meno bene ma è un ragazzo molto giovane. Voglio fare i complimenti a tutti i ragazzi, compreso Dusan”.
Un paio di cessioni garantirebbero un tesoretto da reinvestire per concludere qualche operazione in entrata: su tutte la ricerca di un attaccante fisico e continuo. Stuzzica il nome di Felipe Caicedo della Lazio, mentre i piani B sono rappresentati da Kevin Lasagna dell’Udinese e Roberto Inglese del Parma. La strategia deve prevedere poche mosse ma azzeccate, non occorrono 100 milioni di euro (metaforicamente parlando) per stravolgere una rosa che può dare molto più di quanto mostrato finora. Le qualità ci sono, devono essere tirate fuori. Soltanto così il lavoro di Prandelli e dell’intero ambiente viola sarà facile e proficuo.