“No alla Superleague”. “Viva il calcio dei valori”. Tante bei propositi che però, dopo la puntata di Report di ieri sera, sembrano campare in aria. Il motivo è legato al fatto che, i calciatori, sono sempre più diventati delle semplici pedine in mano ai procuratori che fanno di loro ciò che vogliono. Lo scandalo venuto fuori ieri durante la puntata del programma di Rai riguarda il modus operandi dei procuratori che hanno sfruttato i loro assistiti per cercare nuovi talenti e nuovi clienti. Ma non solo, anche infiltrazioni mafiose e giri di soldi illeciti dietro al mondo della serie A.
Nel polverone dei procuratori ci sono finiti Leonardo Bonucci e il suo agente Alessandro Lucci incolpati di aver convito alcuni compagni di squadra della Juventus (Kulusevski) e della Nazionale (Verratti) a cambiare procuratore. Ma è così normale “scandalizzarsi” per quanto reso noto da Report? Andiamo con ordine e prendiamo un esempio molto recente: Gianluigi Donnarumma e Mino Raiola. I due sono stati protagonisti di tutta la questione legata al rinnovo del portiere con il Milan. L’agente, secondo Maldini, ha chiesto cifre fuori di testa. Risultato? Grazie e arrivederci. Il Psg è pronto ad accontentare le richieste di Raiola e dunque Donnarumma molto probabilmente firmerà con i parigini a 12 milioni di euro l’anno per cinque anni. Questo è l’esempio lampante di come il ruolo dei procuratori sia ormai fondamentale nel calcio di oggi e di come, i giocatori, possano fare le fortune dei loro agenti. Ecco perché non c’è da stupirsi che calciatori importanti cerchino di coinvolgere e influenzare dei propri colleghi. Il motivo di tutto questo? Solamente soldi, profitti.
Non sono ovviamente mancate le repliche dei diretti interessati. Raiola ha anticipato la messa in onda della puntata di Report definendo “Fake news” le notizie che il programma avrebbe riportato. Ma l’operato di Raiola è sotto gli occhi di tutti con l’agente che sì fa gli interessi del proprio assistito, ma poi pensa più che altro alle proprie tasche (si parla di 20 milioni di commissioni per l’operazione Psg).
Procuratori cacciatori ma non solo. Ancora una volta lo spettro delle scommesse e della mafia coinvolta nel mondo della serie A tornano. Secondo Report dietro al calcio italiano e al giro di soldi illeciti reso noto ieri ci sarebbero figure direttamente coinvolte nel nostro calcio e organizzazioni mafiose che, tramite la società di scommesse Top Bast (Albania) avrebbero un giro di soldi illecito. Dietro a questa società ci sarebbero, secondo la Guardia di Finanza di Bari, i fratelli Tare tra cui Igli, direttore sportivo della Lazio. Ma non finisce qui.
Un altro aspetto è quello delle intermediazioni illecite derivanti da plusvalenze fittizie. Un caso? Quello di Muriqi della Lazio. Nella puntata di ieri, in una dichiarazione raccolta da Report, si sente Vincenzo Morabito, operatore di calciomercato dire: “18 milioni? Muriqi non tocca palla. Radu mi ha detto che in allenamento, quando deve marcarlo, si mette le pantofole e le mani dietro la testa. 18 milioni per un bidone pazzesco e fatalità cinque procuratori”. Radu ovviamente ha preso le distanze e ha deciso di denunciare Morabito tramite azioni legali. Cosa c’è stato dietro all’acquisto di Muriqi? Ovviamente questo non si sa e solo il tempo forse tirerà fuori la verità.
Ma il mondo del calcio, quello dei valori che tutti conoscevano e che molti rivendicano, sembra essere andato a quel paese. Ormai il calcio è una macchina, una macchina mangia soldi dove l’obbiettivo principale è quello di fare soldi. In un modo o nell’altro.