Se serve dare una svolta ad una partita nei minuti finali, tra le fila della Lazio è Felipe Caicedo l’uomo da chiamare.
L’ecuadoregno è stato ancora una volta provvidenziale ieri sera nel regalare alla squadra di Simone Inzaghi un importante pareggio in casa dello Zenit.
Una zampata che non è certo nuova nel repertorio della Pantera laziale. Delle 27 reti segnate dal sudamericano in maglia biancoceleste, sei sono arrivate dopo l’ottantesimo, e di queste ben cinque nei minuti di recupero.
È proprio così che aveva timbrato il primo centro in Serie A nel dicembre del 2017, quando con un tap-in al 91′ completava la rimonta sulla Sampdoria. Nella scorsa stagione erano arrivate addirittura tre reti in extremis nel giro di quattro giornate, che erano valse i successi in casa di Sassuolo e Cagliari (al 98′), oltre che il sigillo sulla vittoria per 3-1 sulla Juventus all’Olimpico. Come concludere poi senza citare la zampata all’ultimo respiro di domenica scorsa a risolvere il match con il Torino?
Dall’inizio della passata stagione Caicedo è andato a segno sei volte da subentrato. Una garanzia per Inzaghi, che se in Ciro Immobile ha senza dubbio il principale terminale offensivo, nell’ex-Espanyol sa di trovare un giocatore che sa farsi sempre trovare al posto giusto al momento giusto, quando chiamato in causa. Le reti non saranno una montagna, ma hanno sempre o quasi un peso specifico non indifferente.
Ecco allora che i biancocelesti, in attesa che Muriqi si innesti negli ingranaggi di squadra, si tengono stretto Felipe, l’uomo della provvidenza.