Cagliari, Mazzarri: “Creiamo un’anima, motivato come all’inizio”
Il nuovo allenatore del Cagliari Walter Mazzarri, ha parlato per la prima volta in conferenza stampa come nuovo tecnico rossoblu per introdurre la sfida di domani alle 18 all’Olimpico contro la Lazio, valida per la 4° giornata di campionato.
Alla domanda su che squadra ha trovato e dove lavorerà maggiormente: “Ambiente straordinario, mi hanno accolto bene e ho percepito la voglia del gruppo di reagire all’ultima sconfitta. In 3 giorni puoi capire poco, che motivazini avremo lo vedremo nella sfida di domani. é importante ricrearsi un’anima nella squadra. Ci sarà anche Pavoletti con noi, anche se non saà a disposizione per la partita ma lo volevo accanto. Sfrutterò i cinque cambi“.
Sugli obiettivi da raggiungere col Cagliari: “Non è il massimo da subentrati, ma vorrei dare la mia impronta con una squadra che ci crede sempre e non molla mai. Vedremo già domani, ma non voglio mettermi paletti. La Lazio è una squadra forte, poi avremo l’Empolo. Dopo la sosta capirò chi siamo e cosa possiamo fare“.
Sulla qualità della rosa, soprattutto sugli esterni: “So usare diversi moduli, ed adattarli alla rosa. é vero però che in carriera ho usato spesso il 3-4-3 o il 3-5-2, ma dobbiamo essere variabili. Cambiare moduo ma tenere i principi base del nostro gioco. Fondamentale conoscere i meccanismi di squadra, poter allenare dall’inizio e non a stagione in corso aiuta in questo“.
Sull’avversaria, la Lazio: “é una squadra molto forte, non inganni che vengono da due sconfitte tra campionato ed europa. Anzi saranno motivati a riscattarsi subito. Poi come staranno lo saprà Sarri (tecnico dei biancocelesti), ma è un avversario che rispetto. Ho detto ai ragazzi di provare a fare quello che abbiamo fatto in allenamento, se c’è impegno possiamo fare qualcosa di bello già da domani“.
Sul motivo per cui ha accettato la panchina del Cagliari: “Ho un bel rapporto col presidente Giulini, ma mi ha spinto la piazza a venire. I tifosi, l’ambiente, la passione. Un club come il Cagliari ti mette pressione, ma anche stimoli. Il mio sogno è crescere con questa squadra. Sono sicuro che tra un po’ potremmo fare qualcosa d’improtante. Questa piazza merita gioie e non sofferenze“.
Su Nandez, uno dei giocatori più importanti in rosa: “Il calcio di oggi ha bisogno di giocatori polivalenti, ma lui pare un esterno. Può giocare anche da interno, ma l’importante è che idee di giocatore e tecnico concidano. Al momento comunque lo vedo in fascia, dobe può dare il massimo“.
Su dove lavorerà di più, testa o fisico: “Non sono un tecnico esordiente, ho un buon curriculum ma qui mi sento come se avessi appena iniziato. Sono arrivato qui con umiltà e voglia di fare. Cerco di dare tutto me stesso per la squadra e per far risultati. Il mestiere del tecnico è complesso, ovviamente conta anche il fattore mentale nei giocatori. Qualcosa ho detto, e spero di avere risposte già da domani“.
Infine, sul calcio “Covid” visto da esterno: “Non volevo allenare senza i tifosi, ho avuto offerto durante la pandemia ma non me la sentivo. Non era calcio. Senza pubbilco mancano stimoli, anche molti giocatori l’hanno pensata così. Sono potuto rimanere fermo e aggiornarmi sulle novità del calcio. Mi piace tentare ed imparare qualcosa di nuovo, perché non si smette mai di migliorarsi“.