Bundesliga: sì alle cinque sostituzioni

La pandemia ha cambiato il volto del calcio. Stadi vuoti e silenziosi nei quali rimbomba ogni parola dei protagonisti in campo, saluti con il gomito, panchine più spaziose per rispettare il distanziamento, assenza di raccattapalle sono tutti elementi di rottura rispetto alla normalità calcistica vista finora.

La pausa forzata dovuta al rapido diffondersi del coronavirus ha costretto i campionati a stare fermi per quasi tre mesi o, addirittura, a fermarsi del tutto (come in Francia). Per organizzarne la ripartenza sono stati necessari degli accorgimenti anche da un punto di vista dei calendari. Le federazioni hanno dovuto fare i conti con le molte partite rimaste da giocare e il poco tempo a disposizione. Per questo le gare sono state programmate in rapida successione, a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. L’anomalia di giocare in piena estate, inoltre, ha reso anche gli orari canonici difficili da mantenere. Ecco, allora, che tutte le maggiori federazioni hanno introdotto cinque sostituzioni, due in più rispetto alle canoniche tre. Calciatori più stanchi, allenamenti più vicini, temperature più alte, partite più serrate hanno dato vita a questa nuova regola.

Terminata la stagione, i campionati si sono interrogati sulla possibilità di mantenere questa norma anche per la prossima stagione. L’IFAB, l’ente internazionale di regolazione del calcio, si è espresso favorevolmente e ha delegato alle singole federazioni la decisione. La Serie A non ha ancora deliberato sul campionato maschile, mentre per la Serie A femminile tale regola è attualmente in vigore. La Premier League ha scelto di non mantenerla, al contrario della Ligue1.

Ora anche la Bundesliga si aggiunge ai campionati che manterranno la regola delle cinque sostituzioni a partita per la stagione 2020-21. La DFL ha ufficializzato la decisione di estendere tale provvedimento anche per la prossima edizione del campionato.
Un’altra novità riguarda la possibilità di cambiare lo stadio che ospiterà una partita anche con poco preavviso. Per ragioni sanitarie è realistico il rischio di focolai in alcune città, per questo il processo di autorizzazione sarà più snello.
L’emergenza coronavirus, quindi, continuerà a modificare le prassi dello sport per ancora molto tempo.