Guardiamo insieme la classifica della Bundesliga concentrandoci sui primi 4 posti: c’è il solito Bayern Monaco, seguito come prassi dal Borussia Dortmund e dal Lipsia col Leverkusen. E poi? Sì, avete letto bene. C’è scritto proprio Union Berlino.
Non preoccupatevi, non siete vittima di allucinazioni o visioni, è tutto vero! “L’altra” squadra di Berlino, dopo la salvezza raggiunta nella scorsa stagione a seguito di una storica promozione, ora è lì assieme alle grandi a sognare per un posto Champions.
Andiamo un po’ indietro nel tempo per capire cosa voglia dire per questo club e per i suoi tifosi essere lì in alto in Bundesliga; l’Union Berlino è una società storica che esiste già da prima della caduta del Muro e sono sempre stati l’alternativa di qualcun altro.
L’Union Berlino, prima di diventare la squadre dell’unione, cambia la sua denominazione almeno una ventina di volte, per poi diventare ufficialmente FC Union Berlino nel 1966.
Per gran parte dei tifosi diventa così la “Eisern Union”, vale a dire unione di ferro, mentre i giocatori erano chiamati Schlosserjungs, cioè i ragazzi metalmeccanici, a causa dei completi blu con cui scendevano in campo che ricordavano gli operai nelle fabbriche.
Tra il 1970 e il 1980 la squadra era decisamente contrapposta all’altra squadra di Berlino, la Dynamo, squadra legata alla STASI e capace di vincere ben 10 campionati di fila nella Germania sovietica.
Poche soddisfazioni, a dire il vero, per quanto riguarda questa curiosa rivalità tra cui un derby vinto per 8-0 nel 2005 per il quale all’interno dello stadio c’è ancora un tabellone rigorosamente manuale a ricordarlo.
Dopo l’unificazione delle Germanie, “l’altro” club di Berlino ha passato davvero dei brutti momenti visto che a più riprese ha rischiato di fallire e soltanto l’intervento di alcune sponsorizzazioni ha evitato il tracollo e la sparizione di un club così identitario vedendosi comunque negare la licenza per accedere alla Zweite Liga per ben due volte nei primi anni 90.
La “vera” promozione viene raggiunta soltanto molti anni dopo, nel 2001, quando sotto la guida del bulgaro Vasilev, per tutti Der General, oltre al passaggio di categoria l’Union gioca una storica finale di DfB-Pokal contro un allora glorioso Schalke04, perdendo per 2-0.
La parentesi si chiude nel 2005, quando sono ancora i problemi finanziari a farla da padroni; il club si ritrova di nuovo in Oberliga (allora quarta serie in Germania) ma i tifosi, da sempre un tuttuno con la squadra non demordono e addirittura finanziano la società con il sangue.
Avete letto bene: il sangue! Gran parte dei supporters degli Eisernen donava il sangue negli ospedali e girava subito la cifra guadagnata per rimpinguare le casse del club, permettendo così una lenta risalita della squadra in categorie quantomeno più dignitose.
Nel 2009 il ritorno nella tanto agognata Zweite Liga con le prime partite giocate proprio nella tana degli odiati cugini della Dynamo dato che lo stadio della Union è in ristrutturazione con i lavori guidati, manco a dirlo, dagli stessi tifosi della squadra.
Lo stadio, l’Alten Försterei (Antica foresteria) è un impianto storico.
Fuori allo stadio un monumento a forma di caschetto rosso ricorda a tutti che la ristrutturazione è avvenuta da parte dei tifosi con finanziamenti (quasi 3 milioni) arrivati tutti dal basso e non dal Comune, oltre che l’incisione di tutti gli operai che hanno lavorato per completare i lavori.
Oltre 140.000 ore di lavoro gratuite per rendere accessibile l’impianto per le gare interne, ove mai ci fosse bisogno di evidenziare ancora una volta il senso di appartenenza dei tifosi alla propria squadra.
L’impianto, oltre ad ospitare sempre la marea rossa dei tifosi ad ogni gara interna, è teatro di una tradizione a dir poco affascinante: ogni anno a Natale migliaia di tifosi, giocatori ma anche cittadini comuni entrano nell’impianto per festeggiare.
Si accendono candele, si beve vino, e si canta alternando cori calcistici a canti natalizi. La prima volta, circa 15 anni fa, una novantina di tifosi circa entrò nello stadio clandestinamente per festeggiare; le ultime volte si è toccata quota 27.500.
Oggi l’Union Berlino, a dispetto di una storia non proprio esaltante soprattutto a livello di risultati, sta vivendo un presente radioso; dopo la promozione in Bundesliga arrivata con la vittoria ai playoff di due stagioni fa e la storica salvezza nella sua prima volta nel massimo campionato, questa stagione sta regalando sogni e speranze.
L’allenatore svizzero Urs Fischer, ovviamente, dopo la vittoria nell’ultima di campionato contro lo Schalke04, getta acqua sul fuoco.
A quanti cominciano a chiedere di qualificazioni europee, magari in Champions, ricorda a tutti che l’obiettivo unico della squadra resta la salvezza che va raggiunta quanto prima per poter guardare al futuro in maniera quantomeno più spensierata.
Nel frattempo, la storica e identitaria tifoseria sogna, perchè quello si sa, non costa mai nulla soprattutto per chi ha legato letteralmente con sangue e sudore la propria passione a quella di un club che potrebbe segnare una nuova, nonchè luminosa pagina di storia da scrivere e perchè no, da leggere ai proprio nipotini tra qualche anno.