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Buffon: “Finire in questo modo è qualcosa che mi inorgoglisce”

Fischio finale e tutti i compagni corrono ad abbracciarsi, ma da festeggiare c’è soprattutto Gianluigi Buffon: alzato come un trofeo dai suoi compagni, trattato come un re. Fascia di capitano al braccio e coppa in cielo, l’ultima alzata con la maglia della Juventus.

Buffon non poteva avere un finale migliore di questo: si chiude un’era di successi per il portiere bianconero, con un trofeo in più da aggiungere alla bacheca arrivato nell’ultima notte. La vittoria della sesta Coppa Italia, una con il Parma e le altre cinque con i bianconeri, porta ad un altro record, l’ennesimo della sua carriera da leggenda: primo posto condiviso insieme a Roberto Mancini per numero di successi in questa competizione.

Le parole di Buffon a Rai Sport

Sulla carriera con la Juventus – Un’emozione grandissima. Finire in questo modo è qualcosa che mi inorgoglisce. Sono stato felicissimo, perché ho condiviso con i miei compagni tantissime avventure fino a questa finale vittoriosa, anche con la gente e i tifosi: la ciliegina”. 

Sulle proposte arrivate – “Ho avuto sinceramente tanti contatti in questo periodo e sto analizzando le proposte che ho avuto. Quella che reputerò più stimolante e quando troverò un folle più folle di me lo seguirò. Ultimamente mi è arrivato il messaggio di un dirigente di una società che quanto a follia e ambizione potrebbe superarmi e a me piace questo”.

Sui Mondiali – “Guardiamo come arriverò in quel dicembre 2022. Per l’orgoglio che ho e sentendomi ancora Buffon non mi aspetto e non voglio regali, se qualcuno pensa che io sia ancora un portiere affidabile io ci sono. Ma la sfida è a me stesso, arrivare a dicembre 2022 e sapere che sono ancora forte e potrei esserci”.

Sul futuro – “Ho 43 anni e a quest’età bisogna fare delle scelte che possono sembrare impopolari, strane, folli, ma se sono arrivato fino a 43 anni così è perché quel pizzico di follia mi ha permesso di non mettermi mai limiti e sognare in ogni momento della mia vita, sono felice quando sogno e riesco ad alimentarmi con nuovi orizzonti, progetti conquiste. Poi magari non vincerò niente ma non mi interessa: ho sempre voluto viaggiare, battersi, più che vincere, è il succo della mia esistenza. Ho bisogno ancora di fare questo e di portare al limite il mio corpo, la mia energia, quello che sono. Potrei anche pensare di smettere perché sono felice, sono un uomo appagato, ho una famiglia bellissima con una moglie e bambini che amo. Ma se qualcuno più folle di me mi contatta e mi fa immaginare qualcosa di grandioso io lo seguo, perché la vita è questa”.

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Published by
Alessio Landolfi