Chissà cosa sarà passato nella testa di Gigi Buffon ieri sera, al fischio d’inizio di Juve Spal. Una partita come tante, niente più che un quarto di Coppa Italia, ma certamente una gara speciale per chi, poche ore prima di compiere 43 anni, si ritrova ancora titolare, a difendere i pali di una delle squadre più importanti d’Italia e d’Europa.
Dal 19 novembre 1995, giorno del suo esordio in Serie A con la maglia del Parma, sono passati più di 25 anni. Da quella gara giocata contro il Milan – e terminata a reti inviolate – si sono susseguite partite, gol subiti, grandi parate, trofei e pezzi di storia. Come quella scritta nel 2006, sotto il cielo di Berlino, con l’Italia intera in festa per un trofeo tanto inaspettato quanto importante.
In una famiglia come quella di Gigi, appassionarsi di sport non è affatto difficile. Parente del portiere Lorenzo Buffon, figlio di una campionessa di getto del peso e lancio del disco, fratello di due pallavoliste: lo sport scorre nelle vene di quel bambino che fin dall’infanzia si appassiona al gioco del calcio. Arrivato al Parma nel 1991, comincia da centrocampista, ma a 14 anni viene impiegato come portiere per sopperire all’assenza di compagni in quel ruolo. Da quel momento nasce un feeling incredibile con la porta, che lo porterà a diventare uno dei migliori estremi difensori al mondo.
Nel 1995 arriva l’esordio a soli 17 anni, ma è nella stagione 1996-1997 che diventa titolare. Iconico il 1999, anno in cui con la squadra parmense vince la Coppa UEFA, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana.
Dopo aver ceduto Zidane, la Juve rivoluziona la squadra. Dal Parma arriva quel giovane portiere che, nonostante l’età, ha già incantato la Serie A. Comincia in quel momento una lunga storia d’amore, che neppure Calciopoli e la Serie B riescono a scalfire. Nel 2006, dopo aver alzato il Mondiale, Buffon si trova davanti ad una scelta difficile: ascoltare le richieste dei top club europei o seguire il cuore.
«Fui contattato da squadre importanti. Ma decisi di restare alla Juve in primo luogo per riconoscenza. Un valore che sarebbe bene riportare a galla. E poi volevo dimostrare concretamente che i valori del calcio in cui credo potevano essere non solo declamati retoricamente ma praticati. Il calcio non è solo business, è anche sentimenti» racconta il portiere.
Fino al 2018, a Torino l’estremo difensore vince 5 Supercoppe, 4 Coppe Italia, 9 scudetti (più due revocati) e un campionato di Serie B.
Nel 2018 decide poi di salutare la Juve, dopo 17 lunghi anni, per provare una nuova esperienza ed essere ancora protagonista: direzione Paris Saint Germain.
Gigi Buffon arriva a Parigi nel 2018 e si alterna tra i pali con Areola. Il sogno di vincere la Champions League svanisce anche in terra francese, ma con il Psg vince una Ligue 1 e una Supercoppa Francese.
Solo un anno dopo, nel 2019, torna inaspettatamente alla Juve. Lo fa da riserva, consapevole di avere davanti Szczesny, e senza più la fascia da capitano.
«Ho deciso di tornare perché quando la tua famiglia chiama non si può non rispondere “presente”. Inizia un nuovo sentiero del mio lungo viaggio. Torno nel luogo che da sempre amo definire “casa” e lo faccio con immutato coraggio, sconfinato affetto e incredibile determinazione. È un nuovo inizio. Per certi aspetti diverso da ciò che è stato, ma ricco delle stesse emozioni e della stessa gioia. Torno a Torino perché so di poter essere utile. Torno perché l’invito di una Signora non si può rifiutare. Torno perché questa è casa mia» racconta un emozionato Buffon, in quel caldo giorno di luglio del 2019. Da quel giorno, il palmares si arricchisce ancora: figurano un nuovo scudetto e un’altra Supercoppa.
Il percorso in azzurro comincia prestissimo per Buffon. Il portiere gioca in tutte le rappresentative giovanili italiane dall’Under-15 all’Under-23. L’esordio con la Nazionale maggiore arriva nel 1997, contro la Russia, grazie al ct Maldini. In maglia azzurra, con la Nazionale maggiore, gioca 176 gare, vincendo il Mondiale nel 2006 da protagonista.
La carriera di Gigi Buffon è costellata di vittorie ma anche di record, come quello siglato nel 2016: 973 minuti di imbattibilità, a fronte dei 929 di Sebastiano Rossi, precedente detentore del “primo posto”. O quello raggiunto il 4 luglio 2020 nel derby vinto 4-1 contro il Torino. In quell’occasione, il portiere tocca quota 648 presenze in Serie A superando l’ex primatista Paolo Maldini.
L’8 dicembre 2020 gioca titolare in Champions League contro il Barcellona e diventa l’unico giocatore della storia della Champions League ad avere almeno una presenza in quattro decenni consecutivi.
A 43 anni Gigi si diverte ancora come un ragazzino tra i pali e non ha intenzione di smettere: nelle prossime settimane potrebbe prolungare ancora con la Juve fino al 2022. Nel mirino, infatti, c’è un nuovo record: vuole raggiungere Ballotta, che è il primo portiere per longevità in Serie A. L’ex estremo difensore è stato titolare a 44 anni, 1 mese e 8 giorni: Buffon sa che può batterlo, e tutto fa pensare che ci riuscirà.