Conferenza stampa non semplice per Sinisa Mihajlovic, in un momento complicato per il suo Bologna. Due sconfitte pesanti e un pareggio nelle ultime tre partite e l’addio di Sabatini. Una considerazione su questo e sull’ultima settimana è la prima domanda rivolta a Sinisa. Accompagnato oggi da De Silvestri e Soriano:
“A tutti noi dispiace per Walter. Io personalmente avevo creato un ottimo rapporto di amicizia, era una persona importante per me dentro la società. Mi divertivo a stare con lui, parlavamo tanto di calcio e gli voglio bene. Ma non voglio entrare nel merito della questione. Io posso parlare di Sabatini dal punto di vista personale. Perché sulla scelta mi viene da dire che fa parte del calcio. Sono cose che riguardano la società. Io devo pensare alla squadra. Dispiace a tutti, ma ormai è già acqua passata e dobbiamo andare avanti. Faccio l’allenatore, non il dirigente. Per quanto riguarda il ritiro, non è stata una punizione. Dovevamo ritrovare quella concentrazione che era mancata a Empoli. Per tutta la settimana ho parlato del fattore AIC (attenzione, intensità, concentrazione). Quando la squadra va in campo e manca uno di questi fattori succede ciò che è capitato a Empoli. Nella vita come nel calcio nulla accade per caso. Noi dobbiamo cercare di lavorare sui fattori che possiamo controllare noi, e che non dipendono dagli avversari, come questi tre. Poi può succedere di perdere comunque, ma con la consapevolezza di aver dato tutto. Noi non possiamo cercare alibi sui fattori esterni a noi, come le assenze, i pali, gli errori arbitrali… Noi dobbiamo lavorare su ciò che possiamo controllare. E come si allena la condizione fisica, si allena anche la testa. Quindi abbiamo lavorato in questo senso, perché è un modo di porsi che deve essere vivo anche in allenamento, non solo in partita. Noi siamo sicuri che arriveremo al nostro obiettivo, perché il campionato è ancora lungo. Potevamo e dovevamo fare meglio, ma abbiamo tutto il tempo per fare bene, lavorando e cercando di migliorarci senza farci prendere dall’ansia. Durante il primo anno che ero qui, grazie al lavoro di squadra, abbiamo fatto ciò che nessuno pensava si potesse riuscire a fare“.
Commento anche di De Silvestri:
“Io sono qui a ricordare queste due parole: maturità e equilibrio. Sabatini ci tengo a salutarlo e a ringraziarlo. Per quanto riguarda il ritiro, è stato bello perché ci ha permesso di lavorare di più e stare uniti. Di Empoli non vorrei parlare perché siamo a sabato e domani abbiamo un’altra partita. Abbiamo giocato solo 6 partite, abbiamo tanto tempo davanti. La squadra deve essere consapevole delle sue potenzialità e stare tranquilla. Questa squadra ha vari leader, e questa è una cosa positiva. Anche i giovani ormai hanno due o tre stagioni alle spalle quindi sono giovani fino a un certo punto. Io in questo gruppo mi trovo molto bene, ci troviamo bene dentro e fuori dal campo. Poi si può incappare in situazioni di difficoltà, e in questo caso i giocatori più esperti devono aiutare i giovani a superarle“.
Poi Soriano:
“Vorrei partire ringraziando il direttore e dicendo che è un grande uomo di calcio. Sul ritiro, abbiamo avuto modo di parlare della partita di Empoli, stare insieme e capire cosa possiamo fare di meglio. Io sono il primo che si mette in discussione, mi aspettavo di più dal mio inizio di campionato, voglio essere incisivo come lo sono stato l’anno scorso. Per fortuna ho ancora tempo. Domani arriva una squadra forte come la Lazio contro la quale dobbiamo dare tutto quello che abbiamo. Con Arnautovic a mia posizione quando attacchiamo è uguale a quella dell’anno scorso. Ho avuto diverse occasioni per fare gol e vorrei tornare ad essere più decisivo. Quando siamo nella nostra metà campo, invece, avendo cambiato un po’ il modo di difendere, penso solo ad aiutare la squadra e a fare un sacrificio in più per i compagni. Non penso che il mio ruolo sia cambiato di tanto, credo che sia io a dover ritrovare il Roberto dello scorso anno“.
Si torna da Sinisa, sulla partita di domani:
“Non c’è un modulo che ti fa vincere o perdere le partire. L’importante è l’atteggiamento. Poi qualche cambio è probabile perché è diverso giocare con le grandi. Non è il modulo, però, che fa vincere o perdere le partite. Quando la squadra perde è sempre colpa mia. E questo vale anche per domani: chiedo al pubblico di non fischiare i giocatori, di lasciarli giocare. Il pubblico bolognese si è sempre dimostrato maturo, e spero che anche domani sostengano i ragazzi durante la partita, che è una sfida difficile. A fine partita, se non sarà andato bene qualcosa, sono io a dover essere fischiato, perché la squadra la metto in campo io. Con il Presidente ho parlato di quello di cui sto parlando con voi. Nessuno pensava che questo sarebbe stato un percorso facile. Nel calcio come nella vita si cade e ci si rialza. Sappiamo tutti che potevamo fare meglio, ma ora stando sereni possiamo dimostrare, attraverso i risultati, che avevamo ragione. Saputo era tranquillo, chiaramente deluso e arrabbiato come tutti noi, ma anche queste situazioni insegnano. Dijks ha la febbre ma è sempre negativo, mentre abbiamo qualche problemino con Sansone e Skov Olsen. Tra quelli che saranno convocati, però, tutti avranno la possibilità di giocare.
Infine un commento su Sarri:
“Io conosco bene Sarri, in passato sono andato a vedere i suoi allenamenti. E’ un bravo allenatore che fa giocare sempre bene le proprie squadra e che non sempre ha avuto giocatori forti. Sappiamo quali sono i punti forti della Lazio ma anche i loro punti deboli. E’ una partita a scacchi: decide la qualità ma decide anche l’intensità, l’atteggiamento e la concentrazione“.