Nelle ultime ore, si apprende di come alcune Asl stiano disponendo dei blocchi agli spostamenti di alcuni calciatori, muovendosi quasi in sincrono. La presa di posizione delle autorità sanitarie, inevitabilmente, rischia di creare un altro spinoso inghippo da risolvere per il calcio italiano. Infatti, ciò avviene nelle ore in cui si deve radunare la Nazionale Italiana.
La vicenda ha avuto inizio nella giornata di ieri e, più precisamente, è partita dall’Asl Toscana Centro. L’autorità regionale, infatti, non ha autorizzato la partenza dei 13 tesserati viola, convocati dalle rispettive nazionali. Tale scelta, ha fatto seguito alla positività di Callejon e, pertanto, ha suscitato la volontà dell’Asl di isolare gli eventuali contatti del calciatore spagnolo.
Non solo l’Asl Toscana
Nelle ore successive, la posizione è stata condivisa da ulteriori autorità regionali competenti. Nello specifico, sono intervenute a supporto dell’Asl Toscana le Asl di Roma, Milano, Genova e Modena, coinvolgendo oltremodo i club di Roma, Lazio, Inter, Genoa e Sassuolo.
Sul tema, si è espresso con toni acuti l’AD dell’Inter Giuseppe Marotta che, inevitabilmente, ha condannato la divergenza decisionale delle varie autorità regionali. Il dirigente nerazzurro, nell’intervento all’Ansa di ieri, ha parlato di ”alterazione della regolarità delle competizioni”.
A questo punto, ancora una volta, si rischia la creazione di un pericoloso contesto di confusione generale. Il sopracitato dirigente dell’Inter, ha chiesto l’intervento del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, affinché vengano resi omogenei i parametri regolamentativi inerenti ai club. Era il 3 ottobre, quando il calcio italiano vide irrompere le Asl locali. Al tempo, si trattava del match Juve-Napoli e la Asl campana bloccò la trasferta degli azzurri a Torino. Decisione poi culminata con la sconfitta a tavolino.
Le Asl tornano centrali nella schedulazione degli eventi sportivi e, malauguratamente, questa ingerenza può causare gravi squilibri nonché disuguaglianze organizzative. Il Covid sta colpendo duramente l’Italia, in ogni settore. Il settore calcistico, purtroppo, aleggia inesorabile in una spirale caotica che, almeno al momento, viene alimentata da un pericoloso vuoto di potere decisionale. Urge un intervento chiaro e duraturo da parte delle istituzioni. I nuovo blocchi agli spostamenti delle Asl, certamente, ostacolano il già statico veicolo del calcio italiano, mettendone a dura prova la regolarità, così come la stabilità dello stesso.
Oltre al giá citato vuoto istituzionale, merita una menzione il quesito riproposto sugli impegni nazionali di questa fase. Era necessario mobilitare i giocatori in un frangente così delicato? Si poteva riprogrammare/sospendere il palinsesto internazionale per ovviare alle difficoltà dei singoli campionati? Uno spunto di riflessione che, inevitabilmente, non riguarda solo i vertici italiani ma, giocoforza, anche quelli europei e internazionali, Uefa e Fifa su tutte.