Bentornate, sette (o otto) sorelle

Verona-Sassuolo

(Photo by Chris Ricco/Getty Images)

Antichi fasti

Di tanto in tanto, nel racconto calcistico, rispunta nostalgico il periodo delle mitiche “Sette Sorelle”. Quando la Serie A era il campionato più ambito, la grandeur di piazze poco abituate al vertice abbacinava i tifosi, e soprattutto la lotta al vertice era per molti. Così come era per molti la possibilità di sognare ed ambire al successo. A cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, quindi non un’era geologica fa, ma quasi, l’Italia faceva incetta di talenti, la Premier si attrezzava per crescere, la Liga era un gradino sotto, mentre la Ligue 1 non faceva testo.

Al fianco delle tre grandi, Inter, Milan e Juventus, crescevano la Lazio di Cragnotti, la Roma di Sensi, il Parma di Tanzi e la Fiorentina di Cecchi Gori. Ognuna con i suoi campioni, da Veròn a Totti, da da Crespo a Batistuta. Giocatori che oggi difficilmente potremmo ammirare in piazze diverse da Milano e Torino, ammesso che sceglierebbero di restare in Italia.

L’illusione

Alla fine, è stata un’illusione breve. Il calcio italiano in un batter d’occhio ha dissipato il vantaggio competitivo guadagnato negli anni Novanta, quando le pay-tv e il Mondiale di casa avevano generato una quantità di denari impressionante. Spesi, come spesso accade, male. Gli stadi si rivelarono presto sovradimensionati, i bilanci dei club in disordine, e una dopo l’altra le quattro “sorelle minori” sono tornate al ruolo che compete loro. Quello di comprimarie. Chi dopo qualche anelito di grandezza, come l’ultima Roma di Sensi, capace di sfiorare lo scudetto nel 2010. O dopo aver visto la morte – calcistica – in faccia, come la Lazio di Lotito. Chi, invece, dopo essere passato per l’onta del fallimento e il purgatorio delle serie minori, come Fiorentina e Parma.

Nuovi equilibri

Oggi, la geografia del calcio italiano è decisamente cambiata, i rapporti di potere sono chiari e stabili. Fatta eccezione per la parentesi capitolina del 2000-2001, lo scudetto dal 1992 ad oggi si è giocato sempre tra Milano e Torino. Con un monologo bianconero che dura da nove stagioni consecutive, facendo comprensibilmente crollare l’interesse per la Serie A. In tanti, nelle ultime settimane, hanno “sperato” nel fallimento dell’incolpevole Andrea Pirlo, non tanto per motivi di tifo, quanto per tornare a vivere con il dubbio. E la speranza. Che hanno recuperato i tifosi e i giocatori di Inter e Milan. Certo, sono passate appena 8 giornate, ma le grandi di sempre sono tutte lì, come una volta, in piena corsa scudetto.

Sette (otto) sorelle

E la notizia più bella è che non sono sole. È presto per parlare di “Sette Sorelle” 2.0, ma la sensazione è che la trama di questo campionato, nato in fretta e furia e ricco di inciampi, per tutti, possa essere diversa dal solito. E tra le sue pieghe, chissà che non trovino spazio vecchie glorie e nuove ambizioni. Come quella del Sassuolo, che per progetto tecnico e solidità economica potrebbe rivestire i panni del primo Parma di Tanzi, e ambire magari al piazzamento europeo che insegue da anni. Intanto, è al secondo posto, sulla scia del Milan capolista. E poi c’è una rediviva Roma, che in rosa ha giovani di qualità e campioni di valore assoluto: il silenzio, dopo anni di tensioni, intorno alla squadra, sembra sortire effetti assolutamente positivi.

È viva anche la Lazio, che un anno fa ha dimostrato di poter stare, con quella rosa, tra le grandi, e pur senza voli pindarici l’ossatura è la stessa, in campo e in società. Balbetta l’Atalanta, ma la società è solida, i fatturati crescono, i campioni ci sono ed il bel gioco, ne siamo certi, tornerà a essere di casa dalle parti di Bergamo. E poi, il Napoli, che ieri sera ha perso l’occasione di agganciare il Milan in vetta, ma che negli ultimi anni è stata l’unica vera pretendente allo scudetto insieme alla Juve.

Alla fine, a forza di rimpiangere le “Sette Sorelle” di un tempo, potremmo ritrovarcene otto, magari non tutte in lizza per la vetta, ma almeno in corsa fino alla fine per qualcosa di più di un piazzamento sulla colonna sinistra della classifica …