Mancano poco più di 24 ore a Benfica–Inter, match valido per l’andata dei quarti di finale di Champions League e in programma domani alle 21:00 allo stadio Da Luz di Lisbona.
Una sfida affascinante per il calcio europeo e che è già andata in scena. La sfida più recente risale al 2004 agli ottavi di finale di Coppa UEFA, ma certamente il precedente più prestigioso è quello della Finale della Coppa dei Campioni dell’edizione 1964/1965.
La Grande Inter di Helenio Herrera era una delle squadre più forti del mondo nel periodo ed era Campione d’Europa in carica avendo vinto la stagione precedente il suo primo titolo europeo in finale contro il Real Madrid.
Nonostante non avesse vinto il campionato del 1964 (perso nel famigerato spareggio contro il Bologna), La Beneamata ebbe diritto a giocare in Coppa Campioni in quanto campione in carica.
I nerazzurri esordirono nella competizione di diritto agli ottavi di finale, dove affrontarono i rumeni della Dinamo Bucarest eliminandoli con un netto 7-0 tra andata e ritorno.
Ai quarti di finale l’Inter se la dovette vedere con gli scozzesi dei Rangers. A Milano finì 3-1 per i padroni di casa e fu indolore la sconfitta per 1-0 in trasferta.
Nella semifinale la strada dei nerazzurri si oppose al Liverpool. L’Inter cadde 3-1 ad Anfield nel match d’andata, ma il 12 maggio 1965 in un San Siro gremito la squadra di Herrera compì una storica rimonta. Mario Corso, Joaquim Peirò e Giacinto Facchetti stesero i Reds e diedero la seconda finale di fila.
Quindici giorni dopo sempre a San Siro l’atto finale contro il Benfica di Eusebio già due volte vincitore della Coppa Campioni nel 1961 e nel 1962.
L’11 era quello della filastrocca: Sarti, Burgnich, Picchi, Facchetti, Guarneri, Mazzola, Bedin, Suarez, Jair, Corso e Peirò.
La partita non è ricordata come una delle migiori Finali di sempre (il campo del Meazza era compromesso dalla pioggia), ma non meno memorabile per la storia nerazzurra. Minuto 43 del primo tempo, la palla arriva in area a Jair che con un destro insidioso beffa Costa Pereira che non trattiene e regala la seconda Coppa dei Campioni all’Inter.