“Basta, smetto di allenare”: cataclisma in Serie A | Ritiro a metà stagione?!
Con una dichiarazione a sorpresa, un famoso allenatore del nostro campionato, ha annunciato che pensa al ritiro.
Qualche mese fa, Gigi Buffon poco prima del suo ritiro dal calcio giocato, ha deciso di rilasciare un’interessantissima intervista alla BoboTv, il nuovo format multimediale nato alcuni anni fa da Bobo Vieri, Lele Adani, Nicola e Antonio Cassano.
Una trasmissione che gli appassionati di calcio sicuramente conosceranno, perchè da quando è nato, divide spesso l’opinione pubblica per le forti prese di posizione dei protagonisti. A un certo punto Lele Adani chiede a Buffon, se per caso sia il ruolo del portiere quello che è più cambiato, più si è evoluto negli ultimi trent’anni.
A sorpresa invece, la risposta di Buffon è un’altra: è l’allenatore il mestiere che ha subito più mutazioni nel calcio, perché oggi richiede un insieme di conoscenze complesse, che in passato erano quasi sconosciute agli allenatori avuti in carriera dallo stesso Buffon.
E come si può dargli torto? Basti solo pensare a quanto è aumentata con i social la pressione mediatica intorno ai club, che rendono fin troppo spesso inevitabilmente l’allenatore un vero e proprio parafulmine di quanto accade in società.
Calcio, il numero di partite durante l’anno è aumentato moltissimo negli ultimi decenni
E se da un lato è vero che sono aumentate anche le conoscenze tattiche da avere, proprio le gestione dello stress e delle pressioni, rendono quello dell’allenatore un mestiere difficilissimo da sopportare emotivamente.
Certo, non se la passano bene nemmeno i calciatori, come ha denunciato Pep Guardiola, qualche settimana. Il numero di partite giocate nel calcio è aumentato enormemente, e forse non è un caso se in Serie A il numero di infortuni negli ultimi anni è aumentato così tanto. Il calcio ormai è un’industria pensata per i consumatori, che vogliono vedere quante più volte possibile la loro squadra del cuore in campo.
Sarri: “Se il calcio continua così, mi ritiro”
Questo ritmo di vita così frenetico coinvolge anche gli allenatori, e negli ultimi anni, Maurizio Sarri è stata una delle voci più critiche in tal senso. Non si contano nemmeno più tutte le conferenza stampa in cui ha duramente criticato il calendario a cui vanno incontro.
Al punto che potrebbe persino pensare al ritiro da un calcio che forse non gli appartiene più, come ha confidato ai microfoni di Alfredo Pedullà: “Se il calendario continuerà a essere così smetterò di allenare, è un calcio che non mi diverte. Mi sveglio la mattina e non guardo più con chi giochiamo dopo 60 ore, è un delirio che non mi appartiene. In questo periodo facciamo diversi cambi di partita in partita, ma non ho deciso chi giocherà domani”.