La crisi economica vigente, conseguenza diretta della pandemia, ha fatto emergere i nervi scoperti del business calcio. Tra le tante società in crisi, spicca la situazione del Barcellona che a bilancio ha debiti per più di un miliardo.
Come detto, i problemi economici del momento stanno mettendo in difficoltà diversi club, anche i più grandi e attrezzati dell’intera industria. Quello che sta succedendo a Barcellona, però, appare essere un problema strutturale e di progettazione più profondo, acuito dalla situazione attuale.
A diffondere i numeri sono stati alcuni media spagnoli che hanno potuto visionare il resoconto economico del club blaugrana nella stagione 2019-2020.
I debiti del Barcellona sarebbero stimabili sul miliardo e 173 milioni di euro. Di questi, 730 sono indicati come da saldare “a breve termine”.
A impattare fortemente sul bilancio del club sono gli ingaggi che erodono il fatturato per il 74%. Per tornare brevemente al campo: appare difficile immaginare che, con questi presupposti, il Barcellona possa offrire un rinnovo di contratto a Messi e la possibilità di vederlo nella prossima stagione con la maglia blaugrana appare remota.
Altra fonte di preoccupazione deriva dai debiti – 126 milioni a breve termine – nei confronti di altri club. Dall’altra parte della bilancia, il Barcellona deve incassare, sempre a breve termine, 58 milioni. Anche in questo caso il bilancio è decisamente in passivo.
Il Barcellona deve dare al Liverpool 70 milioni di euro – 30 a breve termine – per l’acquisto di Coutinho, ma la lista è lunga. 48 milioni all’Ajax per De Jong, 21 milioni e mezzo al Gremio per Arthur, 20 al Valencia per Neto, 20 al Bordeaux per Malcom, 10 all’Atletico Madrid per Griezmann, 20 allo Sporting Braga per Trincao.
Tra l’altro, nell’osservare la lista stilata, si può osservare come molti di questi investimenti si siano poi rivelati, sul campo, dei discreti fallimenti.
Investimenti errati, scarsa programmazione e la crisi economica che è andata a colpire come sale su una ferita già aperta. Le già complicate elezioni del presidente del 7 marzo si arricchiscono, quindi, di nuovi spunti. Il candidato che saprà trovare un equilibrio tra un piano di rientro economico sostenibile e la costruzione di una squadra competitiva sul campo, potrà trovare il sostegno degli elettori. Certo, visto quanto emerso, sembra molto più facile a dirsi che a farsi.