Barcellona flop senza Messi: la Liga è solo un miraggio
Il Barcellona ha commesso un nuovo passo falso nel corso della sedicesima giornata di Liga. La squadra di Ronald Koeman ha incassato un deludente pareggio tra le mura del Camp Nou contro l’Eibar, restando così ferma al sesto posto in classifica con ben sette punti di svantaggio e due partite in più rispetto alla capolista Atletico Madrid. Numeri che delineano la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova, tra mille difficoltà e un progetto che fa acqua da molte parti.
A partire dalla gestione di Lionel Messi, che ha dovuto ricorrere a un burofax per evidenziare una situazione politica all’interno del club blaugrana non più sostenibile. L’argentino è stato escluso dai convocati per un lieve problema alla caviglia destra e costretto ad assistere al match dagli spalti, abbozzando un timido sorriso e applausi di incoraggiamento al momento del gol dell’1-1 di Ousmane Dembelé.
Le parole di Koeman e un dato sconfortante
Inevitabili, nel post-partita, le domande relative all’assenza di Messi. Questa la risposta di Koeman: “Non voglio usare la sua assenza come scusa per questo risultato, ma è anche vero che abbiamo giocato con tanti giovani fin dal primo minuto: Lionel è sempre in grado di fare la differenza e lo ha ampiamente dimostrato nel corso degli anni”. Una normale scelta tecnica che non passa inosservata dinanzi ai numeri: la percentuale di vittorie del Barcellona senza Messi si è assestata di poco sopra il 50%, un dato preoccupante che rende l’idea di quanto il fuoriclasse argentino sia indispensabile per le prestazioni e i gol della squadra. Durante la stagione 2020/21, sono tre gli impegni saltati dalla Pulce oltre a quello di ieri sera: vale a dire le sfide della fase a gironi di Champions League contro Dinamo Kiev e Ferencvaros.
Barcellona e l’addio del suo simbolo: quale futuro per l’argentino
E intanto si parla del suo futuro. Messi andrà in scadenza di contratto a giugno e deciderà quale offerta prendere in considerazione. Le uniche società a poter concretamente permettersi di pagare il suo ingaggio annuale (superiore ai 50 milioni di euro) sono Paris Saint-Germain e Manchester City. Riabbracciare l’amico Neymar sotto la Tour Eiffel o tornare dal mentore Pep Guardiola? Ai posteri l’ardua sentenza.