Barcellona, le due facce della medaglia
Come può, la stessa sessione di mercato, essere sia deludente che soddisfacente? A Barcellona, sponda blaugrana ovviamente, è andata esattamente così. La dirigenza, dopo essersi liberata degli ingombranti stipendi di Luis Suarez, Arturo Vidal e Ivan Rakitic, ha tirato un sospiro di sollievo. Con un risparmio di 70 milioni di euro, i bilanci tornano a respirare, anche se il taglio delle spese non è finito. In ballo, nei prossimi mesi, ci sono i rinnovi di diversi giocatori, ma difficilmente si parlerà di aumenti di ingaggio. Insomma, per la directiva del Barcellona è un successo quasi pieno. Le uniche due operazioni che non si sono concluse sono l’entrata in difesa del giovane Eric Garcia dal Manchester City, e l’uscita di Samuel Umtiti, che avrebbe dovuto fargli spazio.
E Ronald Koeman? Non fa una piega, la panchina culé è una responsabilità ma anche un’occasione, e sapeva benissimo a cosa stava andando incontro. Eppure, l’allenatore olandese aveva fatto delle richieste, ben precise. Per il centrocampo il nome che è circolato per mesi è stato quello di Georginio Wijnaldum, dato in uscita dal Liverpool ma rimasto in maglia Reds. Per l’attacco, dopo settimane di trattative estenuanti, Memphis Depay è rimasto alla corte di Aulas, in quel di Lione. E Koeman con il cerino in mano. In fondo, sembravano colpi alla portata, anche perché entrambi a scadenza alla fine del prossimo anno. Ma per il Barcellona di oggi, che si muove con il bilancino tra entrate, uscite, anni di contratto, età media e ammortamento degli investimenti, anche Wijnaldum e Depay si sono rivelati irraggiungibili.
Di buono c’è che i due olandesi, così come il giovane centrale catalano, potrebbero arrivare il prossimo anno, tutti a parametro zero. Rimandando solo di qualche mese una campagna di rafforzamento che potrebbe consegnare a Rambo Koeman il Barcellona che aveva in mente. Ed alla futura dirigenza, che difficilmente sarà la stessa di oggi, una società rimessa a nuovo dal punto di vista finanziario. Basterà a riappacificare un ambiente diviso su tutto, da Messi a Bartomeu, dalla panchina alla gestione dei giovani canterani? Staremo a vedere, ma molto, se non tutto, dipenderà dai risultati. Dopo un anno di stenti, tornare a vincere è il viatico migliore per mettere da parte malumori e polemiche. Dentro e (soprattutto) fuori dal campo.