Barcellona, due mesi di imbattibilità. La svolta? L’addio di Xavi
Xavi ha annunciato l’addio al Barcellona a metà stagione ma da quel momento in avanti la squadra non ha più perso: i catalani hanno aperto una striscia di imbattibilità. E ora sognano un trionfo.
Spesso si dice che tenere un allenatore in scadenza è deleterio per la squadra. Senza garanzie di permanenza – al di là dei risultati -, un tecnico non sarebbe spinto a dare il massimo e i giocatori non lo seguirebbero più visto che nei mesi successivi arriverebbe una nuova guida con dettami tattici differenti e modi di giocare a volte anche diametralmente opposti.
Tante volte si aprono discussioni sui contratti degli allenatori, che non vogliono cominciare la stagione con un solo anno di contratto e così decidono per la separazione dalla propria società in anticipo senza la certezza di un prolungamento. E proprio in questi mesi e nei prossimi si parlerà molto – e già se ne parla in realtà – del futuro dei tecnici delle tre big italiane. Simone Inzaghi, Massimiliano Allegri e Stefano Pioli sono tutti sotto contratto fino al 2025.
L’Inter vorrebbe tenersi stretto il suo allenatore e a meno di offerte clamorose dalla Premier League, l’ex Lazio resterà ai nerazzurri e rinnoverà. Discorso invece diverso per gli altri due, con Juventus e Milan che sono orientate a cambiare – anche se sorge il grossissimo problema dei costi che comporterebbe una separazione anticipata, soprattutto per i bianconeri.
Allenatori in scadenza, questione italiana
Questa è però una questione puramente italiana, perché all’estero ci sono pochissimi problemi ad annunciare cambi di guida tecnica. L’esempio più eclatante è il Bayern Monaco, che nella stagione 2012-13 ufficializza l’arrivo di Pep Guardiola per la stagione successiva a gennaio, a metà annata in corso. Risultato, con Jupp Heynckes in panchina i bavaresi vincono Bundesliga, Coppa di Germania e Champions League, realizzando il triplete.
Ma ci sono altri esempi anche molto recenti. Jurgen Klopp per esempio, che ha annunciato il suo addio al Liverpool a gennaio ma che continua a lottare su ogni fronte con molta grinta e qualche polemica – che denota quanto il tedesco ci tenga a chiudere con un trionfo. E ancora il Bayern, che ha ufficializzato la separazione da Thomas Tuchel a fine stagione. Ma c’è anche un altro esempio nella stagione in corso. Che ha cambiato totalmente il corso dell’annata.
Xavi, dopo l’annuncio dell’addio il Barcellona non ha più perso
Il mese di gennaio è stato disastroso per il Barcellona. Sconfitta umiliante per 4-1 nella finale di Supercoppa spagnola contro i rivali di sempre del Real Madrid, eliminazione dalla Copa del Rey con l’Athletic Bilbao e un netto 5-3 subito in casa dal Villarreal. Proprio dopo questa partita, Xavi annuncia ufficialmente il suo addio ai catalani al termine della stagione.
Ci ha provato l’ex centrocampista, ma dalla panchina è più difficile determinare rispetto a quanto faceva sul campo da calciatore. Dunque, portiamo a casa la stagione e poi ripartiamo da zero l’anno prossimo. Anzi no, perché da quel momento la squadra sembra essersi risvegliata completamente.
I numeri sono un esempio, perché da quel 27 gennaio – giorno dell’annuncio di Xavi -, il Barcellona non ha più perso. 9 partite, 6 vittorie e tre pareggi. La qualificazione ai quarti di finale di Champions League estromettendo il Napoli e il sorpasso al secondo posto in Liga ai danni dei cugini del Girona.
Il Real è distante 8 punti e in Champions ci sono altre squadre più attrezzate per vincere, ma chissà che la motivazione extra dell’ambiente non porti la squadra fino a sollevare un nuovo trofeo.