Barça, Xavi si presenta: “E’ il momento giusto. Ho rifiutato il Brasile”
Davanti a 10 mila persone riunitesi al Camp Nou, hanno fatto il loro ingresso il Presidente Laporta e il nuovo allenatore del Barcellona Xavi. Sui cori dedicati a lui da parte dei tifosi, Xavi ha pronunciato le sue prime parole di questa nuova esperienza:
“Sono molto emozionato, anche se non volevo. Grazie mille al club e ai tifosi. Come ho detto quando sono partito, siamo i migliori, la migliore squadra del mondo. Il Barcellona non può pareggiare o perdere, qui devi solo vincere. Siete spettacolari. Abbiamo bisogno di voi più che mai, dobbiamo dimenticare le divisioni. Per me è un’emozione enorme. Grazie di tutto cuore, Visca el Barça e Visca Catalunya“.
Poi ha parlato Laporta:
“Dico solo che questo giorno segnerà la storia del club. Benvenuti a casa, Xavi e famiglia. È una giornata molto emozionante. Visca el Barça y visca Catalunya“.
I due lasciano il campo di gioco per iniziare la conferenza stampa di presentazione.
Prende la parola Xavi:
“Sono molto emozionato per come mi hanno accolto i tifosi. Ho voglia di iniziare. Torno a casa in un momento difficile, sia sul piano economico che quello sportivo, ma la voglia e l’ambizione devono farci risalire. Voglio trasmettere positività: noi siamo il Barça e dobbiamo cercare di essere il miglior club del mondo. Dobbiamo moltiplicare gli sforzi per 10, ci vogliono lavoro e rispetto“.
Laporta sulla presentazione in campo:
“E’ stata una presentazione inedita per un allenatore. Ho visto persone emozionate come non mai e questo è merito di Xavi, perché qui è di casa, è un uomo del club e oggi è un giorno di gioia, è un giorno che segnerà la storia del club“.
Le prime sensazioni e il paragone con Guardiola:
“Sono comparsi tanti ricordi, quest’accoglienza mi segnerà molto. Non possiamo deluderli. Dobbiamo lavorare sodo fin da domani, bisogna far capire ai giocatori che siamo il Barça. I tifosi mi ha fatto venire la pelle d’oca. Essere paragonato a Guardiola è già un successo, per tutto quello che ha dato al calcio e al Barça. Per me è il miglior allenatore del mondo e qualsiasi confronto adesso non va bene. Saranno il i risultati a dire se faremo bene o meno, per me è comunque un successo essere paragonato a lui“.
Il problema degli infortuni:
“Ovviamente siamo preoccupati. Con il presidente dobbiamo parlare di tante cose, dobbiamo risolvere questo problema, c’è da lavorare e recuperare tanti giocatori che sono importanti. Non bisogna essere duri, si devono solo stabilire delle regole e rispettarle. Quando ho avuto regole nello spogliatoio, abbiamo fatto bene. Non è disciplina, è ordine“.
Quanto ci vorrà per sviluppare le idee:
“Voglio aiutare i giocatori, essere al Barça non è facile e da fuori ho notato giocatori troppo sotto pressione. Lavoreremo con loro per aiutarli a livello personale e professionale. Si tratta di aiutarli e fare squadra. Con la testa stiamo già pensando al derby contro l’Espanyol, lo prepareremo per vincerlo e poi penseremo al resto. Dobbiamo lavorare molto per ottenere risultati. È un progetto a medio-lungo termine. Vogliamo essere intensi, aggressivi, recuperare palla nella metà campo avversaria. Una squadra che lascia in campo l’anima”.
I messaggi degli ex:
“Mi hanno scritto tutti, da Eto’o a Ronaldinho fino a Messi. Mi ha mandato un messaggio e mi ha augurato buona fortuna. Abbiamo scherzato, gli auguro il meglio; è il miglior giocatore della storia di questa società, ma ormai è andato. Abbiamo altri giocatori e dobbiamo lavorare con loro“.
L’importanza degli esterni:
“Torneranno a disposizione tutti entro una o due settimane, voglio giocare sfruttando l’ampiezza ma dobbiamo studiare delle varianti per usare sistemi diversi“.
Torna a parlare Laporta:
“Abbiamo piena fiducia in Xavi. Deve guidare la squadra e sarà difficile per lui, c’è una situazione complicata perché è tutto in costruzione. Mi ha convinto perché mi ha detto di poter ottenere molto da questa squadra. Anche Rijkaard ebbe difficoltà all’inizio, mentre Pep ha avuto vita più facile perché la squadra era già fatta. Non è un compito facile, ma con la sua conoscenza e la sua forza di volontà, ci riusciremo. Voglio ringraziare tutta la sua famiglia e gli agenti. La clausola rescissoria? Abbiamo trovato un accordo con l’Al-Sadd“.
Laporta sulla stagione:
“È importante mantenere il prestigio del club. È importante qualificarsi al turno successivo e giocare nella prossima Champions League. Dobbiamo cercare di competere in tutte le competizioni. Ci sono state stagioni in cui siamo rinati e abbiamo quasi vinto il campionato, come nel 2003-04. Poter vincere un titolo sarebbe molto importante“.
Xavi sul mercato di gennaio e l’importanza di Dembélé:
“Valuteremo con il club e decideremo. È presto, ma lavoreremo per rafforzare la squadra, ci sono sempre delle opportunità. Per me è importante avere giocatori che sappiano chiaramente cosa fare in ogni momento della partita. Dembélé? Per me potrebbe essere il miglior giocatore al mondo nel suo ruolo ma bisogna lavorare con lui e pretendere il massimo. Dipende da lui, dalla sua mentalità, dagli infortuni e dalle prestazioni“.
La terza volta è quella buona:
“Il Barcellona mi ha contattato due volte. La prima a gennaio, ma sentivo di non essere pronto, volevo più margine. Po in estate, c’erano state le elezioni in mezzo e c’era molta incertezza, non era il momento. Alla fine mi ha chiamato Joan, che per me è il miglior presidente della storia del Barça. So che guarda al futuro, ecco perché questo è il momento giusto“.
Laporta spiega l’avvicendamento:
“Lo ha spiegato molto bene Xavi: abbiamo un ottimo feeling e gli avevo sempre detto che sarebbe stato l’allenatore del Barça. Quello che non sapevo era “quando” lo sarebbe diventato. E poi c’era un allenatore che meritava rispetto. Gli abbiamo dato un margine di fiducia fino a quando la situazione non è diventata insostenibile. Xavi è sempre stato molto rispettoso di Ronald Koeman, che ringrazio. Poi le cose si sono evolute nel modo che conoscete e mi ha detto di essere pronto. Avrei voluto dargli una rosa migliore di quella che abbiamo ma avrà il nostro supporto se le cose andranno male“.
Xavi e il DNA Barça:
“Crediamo che giocare bene sia la cosa migliore da fare. Dobbiamo aiutare i giocatori in tutto, mantenendo il DNA del Barcellona. Ho vinto tutto con il Barça e la nazionale grazie a questo DNA possiamo rifarlo“.
Il retroscena: rifiutata la panchina del Brasile:
“Sì, è vero che me l’hanno offerta. Prima mi hanno chiesto di fare l’assistente di Tite per prenderne il posto dopo il Mondiale, ma la mia idea era di venire al Barcellona“.
I vantaggi superiori agli svantaggi:
“Vedo più vantaggi, perché conosco il club e i giocatori. Il Barça è il club più difficile del mondo perché devi giocare bene e vincere, non basta vincere 1-0. Spero di ritrovarmi nel gruppo di Pep, Zidane e gli altri allenatori vincenti, non degli altri”.
Fiducia nei senatori ma serve una squadra unita:
“Ho un rapporto amichevole con tutti i capitani, ho già parlato con diversi di loro e sono loro che devono aiutare noi e aiutare i giovani. Ci saranno momenti delicati e loro dovranno avere una leadership spirituale. Avranno molto potere nello spogliatoio. Dobbiamo essere un blocco unico, far sì che tutti si sentano a proprio agio, sia in difesa che in attacco. Voglio che tutti sappiano cosa fare“.
Il sistema di gioco:
“Più che il sistema di gioco conta l’idea, la capacità di andare a pressare alto, di creare più occasioni del rivale. Con l’Al-Sadd abbiamo giocato con un 3-4 -3 perché eravamo dominanti, qui possiamo iniziare con un 4-3-3, per poi passare al 3-4-3 o addirittura al 3-5-2“.
Generazione di nuovi fenomeni:
“Abbiamo talenti spettacolari ma sono ancora molto giovani. Qui ogni partita è una finale e dobbiamo aiutarli. Devono sentirsi felici: Riqui, Ansu, Nico, Gavi, Mingueza… devono godersi gli allenamenti ed eseguire quello che hanno imparato“.