Balotelli-Mancini, un legame ritrovato che può fare la differenza verso i Playoff: l’obiettivo è il Qatar ma in ballo c’è molto di più.
Roberto Mancini tende la mano a Balotelli, Mario torna a vedere l’azzurro ma è ancora lontano dal sereno: o meglio da quella serenità che gli permetterà di chiudere i conti con il passato. La parentesi in Turchia, al fianco di Montella, sta dando i suoi frutti. Anche per questo il C.T. della Nazionale l’ha voluto nello stage di avvicinamento ai Playoff per il Qatar. In ballo c’è un Mondiale: obiettivo troppo importante per conservare ancora determinate ruggini.
Così con Chiesa out bisogna fare di necessità virtù: il caso ha voluto che le virtù vengano rappresentate da Balotelli. In pieno spirito da Nazionale. Dopo la gloria, l’abisso. Parabola storico sportiva che rispecchia il recente passato di Balo e dell’Italia calcistica. SuperMario con la Serie A (e non solo) ha sempre avuto alti e bassi, più bassi che alti. Il talento non era quasi mai supportato dalla disciplina: personale e sportiva. Troppe le alzate di testa. Al punto che la “Balotellata” è diventata un termine di uso comune per indicare una débâcle. In questo, anche l’Italia azzurra non è da meno.
La “Balotellata” più grande la Nazionale l’ha fatta subito dopo l’Europeo, con le bandiere ancora sui balconi degli italiani per omaggiare la vittoria della competizione, gli azzurri non sono riusciti a centrare il passaggio in Qatar (obiettivo che sembrava essere alla portata) costretti a dover ricorrere all”entrata di servizio”. Non è detto che basti. Proprio come Balotelli, seminare bene per poi non raccogliere molto a causa di eccessiva confidenza con un contesto sempre più imprevedibile.
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Allora forse è per questo che Mancini lo rivuole accanto a sé: per dimostrare che i treni passano una volta sola, proprio come le seconde occasioni. Per Balo è l’ultima chance di appianare divergenze passate e per l’Italia i Playoff sono l’ultimo treno per evitare un’altra (disav)ventura. Giampiero, il Mondiale da casa e rassegnazioni di vario tipo (comprese le dimissioni) da evitare assolutamente.
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Balotelli e Mancini di nuovo per mano, chiusi in un abbraccio, simile a quello con Vialli, per segnare un’altra possibile ripartenza. Per sé stessi, per l’Italia. “L’ho richiamato perchè più maturo”, ha spiegato il C.T. al Daily Mail ma sotto esame – stavolta – ci sono tutti: anche se i riflettori, per forza di cose, sono puntati su quello che con le “cadute” ha avuto più confidenza nel recente passato. Ora deve dimostrare – anche per il gruppo di cui fa parte – quanto sia importante rialzarsi e che, davvero, non è mai troppo tardi.