“Un giapponese atipico”, così l’aveva definito il suo allenatore di nazionale Alberto Zaccheroni. Forse ‘atipico’ in questo momento è un aggettivo che più gli addice quando si parla della personalità di Keisuke Honda. Infatti il centrocampista giapponese, dopo le discreti esperienze al CSKA Mosca e Milan, ha preso la valigia in mano e ha cominciato a girare il mondo. Ogni anno una squadra nuova.
Oggi, dopo essersi svincolato dal Botafogo, è volato in Azerbaigian per firmare un contratto fino a fine stagione con il Neftci Baku dove, presumibilmente, concluderà la carriera. Una carriera che comprende quasi tutti i cinque continenti. Honda, infatti, ha iniziato in Giappone con il Nagoya Grampus, per poi volare in Olanda al VVV-Venlo, dove in due anni ha cominciato a mettersi in mostra. Dopodiché arriva la chiamata dalla Russia e, dopo ventotto gol in quattro stagioni, Berlusconi e Galliani si accorgono di lui. Il giapponese sceglie la 10, con cui però non farà mai magie. Anche perché, in quegli anni, il Milan vive delle brutte stagioni e continua a cambiare allenatore. Dopo l’esperienza in Italia, comincia a cambiare maglia ogni anno. Va in Messico al Pachuca, poi in Australia nel Melbourne Victory e infine di nuovo in Olanda al Vitesse e in Brasile al Botafogo.
Con oggi inizia una nuova piccola parentesi, con l’augurio di raccogliere gli ultimi frutti di una carriera travagliata.