ATS, via libera ai nazionali con negatività: l’Inter non ci sta

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(Photo Andrea Staccioli/Insidefoto via Imago Images)

Oggi è un giorno importante in casa Inter perchè si sapranno i risultati dell’ulteriore giro di tamponi svolto nella giornata di ieri. La novità, però, è sulle disposizioni sanitarie. Da quanto trapela, infatti, l’ATS di Milano avrebbe deciso di lasciare partire i nazionali dell’Inter in caso di negatività di tutti i tamponi del gruppo squadra. Un cambiamento non di poco e che oltre al danno porterebbe la beffa per il club nerazzurro. Infatti, secondo disposizioni dell’ATS di mercoledì, vige il divieto per i calciatori dell’Inter di raggiungere le proprie nazionali e l’obbligo di quarantena fino al 31 marzo. Con questo cambio di linea, dettato dalle pressioni di Croazia, Slovacchia, Belgio e Danimarca al Ministero della Salute, il provvedimento verrebbe stravolto.

Dopo la positività di D’Ambrosio di lunedì, di Handanovic martedì e di De Vrij e Vecino mercoledì, ATS aveva deciso di bloccare tutti gli allenamenti, vietare lo svolgimento di Inter-Sassuolo e la partenza dei nazionali. Oltre a questo, era prevista la possibilità di tornare ad allenarsi oggi in caso di negatività dei tamponi. Il tutto, però, era giustificato da due precise cause. La prima era presenza di un focolaio Covid 19 con una trasmissione virale attiva. La seconda, invece, un elevato rischio di circolazione di varianti virali più contagiose. Se queste sono le motivazioni sembra complicato capire come possa l’ATS cambiare completamente linea, pur con l’eventualità di tamponi negativi, all’interno del periodo di incubazione.

L’Inter, però, non ci sta e ne fa una questione di principio. Se è vero che esiste una norma internazionale che consente alla persona di concludere un periodo di isolamento iniziato all’estero nel proprio paese di origine, l’Inter vuole che lì si segua la stessa linea a cui sarebbero sottoposti i calciatori in Italia. Il club nerazzurro vuole che, come ad Appiano Gentile, i calciatori possano solo allenarsi, ma senza giocare partite. Questo perchè ATS non cambierà il provvedimento adottato. Semmai lo applicherà all’estero richiedendo un’indirizzo di residenza dal quale spostarsi solo per gli allenamenti, quarantena fino al 31 marzo e trasferimenti con mezzi propri.

L’Inter si basa su questo, ma di per sè le disposizioni di ATS, una volta valicato il confine, perderebbero di valore. La cosiddetta bolla non esisterebbe più. Considerando il periodo di incubazione del Covid ancora in atto, però, il rischio sarebbe anche per i giocatori delle diverse nazionali. Conte e la società conoscono perfettamente il momento della stagione e anche i dettagli sono fondamentali. L’Inter ha già pagato a caro prezzo gli impegni con le nazionali nello scorso autunno. Ora il club si augura che ATS faccia applicare le disposizioni adottate. D’altra parte sarebbe poco credibile parlare di focolaio Covid e permettere poi viaggi internazionali. Oggi arriveranno i risultati dei tamponi. Da lì si conoscerà il futuro dei prossimi giorni.