Atalanta, se il racconto perde di vista la realtà
La favola Atalanta, epopea a capitoli arrivata ormai alla terza stagione – come fosse una serie televisiva – piace a tutti. Anche a noi. A patto, però, che non se ne faccia un mito, e che la narrazione non trascenda il reale. In questo senso, è persino lodevole l’atteggiamento di tanta stampa che, invece che sparare sui capitomboli della banda di Gasperini in Campionato, ha usato un registro diverso. Magari diventasse le norma, l’abbandono del sensazionalismo e della polemica ad ogni costo per un racconto del calcio sobrio, leggero. Non andrà così, lo sappiamo già, anche la favola Atalanta, prima o poi, finirà, e la brace sotto le graticole sarà, come sempre, scoppiettante.
La simpatia per la favola, però, non può e non deve far passare in secondo piano il reale. Che, ieri, ha offerto un pessimo spettacolo. A Bergamo, qualche decina di tifosi della Dea hanno accolto a bottigliate il passaggio del pullman dell’Ajax, che un’ora prima del match si stava dirigendo verso lo stadio della città. Sassi, uova, fumogeni, nulla di diverso da quanto visto in tantissime altre occasioni. Con l’aggravante del momento che sta vivendo l’Italia, stretta tra emergenza sanitaria e tensioni sociali, e proprio nella città simbolo del primo tempo della tragedia Covid-19. Ce n’è abbastanza, o meglio, ce ne sarebbe, per un editoriale. Ma pare che i quotidiani, anche nelle loro edizioni online, abbiano preferito non dilungarsi sull’accaduto, a cui è stato dedicato giusto qualche trafiletto. In cui, perlopiù, si applaude al calore della tifoseria (mentre il resto del Paese si chiude in casa), stigmatizzando (e ci mancherebbe altro) gli eccessi della solita minoranza di scalmanati.
Siamo sicuri che sia passando sotto silenzio un episodio del genere che si rispetta una favola bellissima come quella della Dea?