“E Real Madrid sia”. Sarà quello che, hanno pensato tutti coloro dell’ambiente Atalanta, nel momento, in cui il Real Madrid, è uscito dall’urna da Nyon. I bergamaschi sono abituati alle serate impossibili. Ancor più, sono abituati a partire sfavoriti in Champions League. Gli orobici di Gasperini, di conseguenza, hanno abituato i tifosi a ribaltoni europei unici, iniziati sin dalla stagione 2017/18 in Europa League. Non sarà certamente semplice, contro un avversario come i blancos ma, al tempo stesso, non sarà una passeggiata neppure per la banda di Zidane. Gli orobici, nel pieno di un polverone interno, hanno fatto vedere, nel match contro l’Ajax, che la volontà di rimanere grandi è comune. Andando oltre i problemi, oltre alle insidie dell’avversario.
La storia del Real Madrid è, in parallelo, la storia del calcio mondiale. I blancos hanno conquistato la prima storica edizione della Champions League, ai tempi Coppa dei Campioni. Il primo successo risale alla stagione 1955/56 e, dopo quello, ne seguirono altri quattro consecutivi, nel nome di Alfredo Di Stéfano. L’ex attaccante spagnolo, di origine argentina, ha impresso la sua firma nella storia delle merengues, segnando 216 gol in 282 partite. La sesta “Coppa dalle grandi orecchie” arriva nel 1966, quando allo stadio Heysel, illuminarono il cielo Amancio e Serena. Gli anni della generazione Yé-Yé, il gruppo di spagnoli invincibili che, negli anni sessanta, vinsero La Liga per nove volte, oltre al trofeo continentale, sotto la guida del “Caballero Blanco” Miguel Muñoz. Da quel successo del 1966, comincia un digiuno europeo che dura ben 33 anni.
Il Real torna sulla vetta del Vecchio Continente nel 1998, malauguratamente, ai danni della Juventus. Nella notte di Amsterdam, i bianconeri portano con sé il miglior marcatore della competizione, un giovane 24enne di nome Alessandro Del Piero. Non bastò, Mijatovic segnò il gol decisivo, il tanto discusso gol che, forse oggi con il VAR, sarebbe annullato per fuorigioco. La storia si ripete due anni dopo, nel 2000. La famosa finale del derby spagnolo contro il Valencia, gli albori dell’era dei galacticòs, iniziata dal presidente Florentino Pérez. Morientes, Raùl e McManaman regalano l’ottava coppa al Real Madrid. Arrivano giocatori stellari come Figo, Ronaldo Il Fenomeno, poi Zinedine Zidane e, il già vincente Del Bosque, vince la nona Champions League, in un’epica lezione di calcio in Scozia al Bayer Leverkusen. Per attendere la ‘décima’ deve arrivare un italiano. Uno che di Champions se ne intende, un certo Carlo Ancelotti. L’ex Milan, nella stagione 2013/14, riporta la Champions a Madrid, sconfiggendo i cugini dell’Atletico. Da lì, arriva un altro ciclo da record che, sotto la guida di Zidane allenatore, porta a tre Champions consecutive, tra il 2015 e il 2018, ai danni del nuovamente malcapitato Atletico, della Juventus, e del Liverpool, quest’ultimo nella sciagurata notte del portiere Loris Karius.
I tempi, ad oggi, sono leggermente cambiati rispetto agli anni dei trionfi. Il Real Madrid ha fatto molta fatica a qualificarsi. Solo il doppio successo contro l’Inter, verosimilmente, ha potuto dare slancio ad una squadra che, anche dopo la vittoria con i nerazzurri, è incappata in un’altra serata nera contro lo Shakhtar Donetsk. La spina dorsale dei blancos, è composta da giocatori senza fame che, nell’ultimo decennio, hanno dominato il palcoscenico globale, tra Champions e tornei nazionali con le proprie selezioni. La banda di Zidane, neanche a dirlo, è sempre un avversario ostico, colmo di qualità e armi per colpire l’avversario. Inevitabile però che, di questi tempi, dalle parti del Bernabeu, si respiri un’aria tutto fuorché galactica. E dunque, l’Atalanta affronterà il Real Madrid, l’impresa non è impossibile.
Il pericolo numero uno ha un nome e un cognome: Karim Benzema. Il francese è stato il vero trascinatore della banda di Zidane, nonché il faro della luce nei momenti bui. 8 gol in 15 partite, tra campionato e Champions. 4 in 6 partite del girone europeo. L’orgoglio del Real, passa inevitabilmente dalle sue giocate. Attenzione anche ai veterani Ramos, Modric, Kroos e Carvajal, così come alla linea verde composta da Rodrygo, Valverde e e Vinicus. Le armi del Real Madrid sono tante ma, anche quelle dell’Atalanta non sono da sottovalutare.