Sembrano non finire mai i guai per José Palomino. Il giocatore dell’Atalanta era stato accusato di doping, per essere successivamente assolto per buona fede lo scorso luglio. L’argentino però si trova ora di fronte ad un’altra udienza, il procuratore capo di Nado Italia, Pierfilippo Laviani, ha presentato ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna. Questa decisione segna una nuova fase del processo che ha coinvolto Palomino.
Il ricorso presentato da Livani, riguarderebbe la controversia attorno a una pomata a effetto cicatrizzante che non è mai stata trovata. Secondo quanto riportato da L’Eco di Bergamo, se fosse stata provata la colpa o la negligenza del giocatore, la pena avrebbe potuto essere più severa. raggiungendo anche i quattro anni. Tuttavia la legge stabilisce: “Qualora l’atleta dimostri in un singolo caso di non avere colpa o negligenza, il periodo di squalifica teoricamente applicabile è eliminato”.
Nel caso di una violazione intenzionale, la pena massima è applicabile. Ma deve essere dimostrata da Nado Italia, l’Organizzazione Nazionale Antidoping. Dopo più di otto mesi dall’assoluzione e la sospensione iniziale, questa nuova udienza a cui dovrà presiedere José Palomino, rappresenta un colpo di scena per il giocatore e per l’Atalanta. Il futuro del centrale argentino resta al momento incerto mentre il caso procede verso questo nuovo capitolo. La sentenza questa volta sarà definitiva e inappellabile ed arrivera entro un massimo di 90 giorni.