Atalanta-Napoli, la squadra di Conte ha sofferto e ha vinto

Atalanta-Napoli, la squadra di Conte ha sofferto e ha vinto

(Photo by Stefano Nicoli, LaPresse) Calcioinpillole.com

Ieri sera nel big match tra Atalanta e Napoli, la formazione allenata da Antonio Conte ha dato una prima reale sferzata al campionato e confermando quella dimensione da squadra da titolo e che con grande probabilità andrà a giocarsela fino alla fine della stagione.

Era una delle partite più attese di questo turno di campionato: il Napoli capolista che andava nella tana dell’Atalanta terza e che prima di ieri aveva in atto una serie positiva di 11 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 13 partite di campionato. Uno scontro diretto per l’altissima classifica, con la squadra di Gasperini che aveva l’occasione di portarsi a -1 dai partenopei e riscriversi in maniera forte alla lotta Scudetto. Le cose sono andate diversamente e la contesa è andata dalle parti del Napoli, che all’interno di una sfida che ha avuto dentro di sé molte partite ha dato un colpo non banale ad una delle principali rivali e mandandola a -7.

Atalanta Napoli
(Photo by Stefano Nicoli, LaPresse) Calcioinpillole.com

Atalanta-Napoli 2-3, la strada per il successo passa dalla sofferenza. Conte vince con i “suoi” e con cinismo e dà un colpo Scudetto

La partita del Gewiss Stadium non ha deluso le aspettative. Si sono incrociate due squadre molto intense e molto fisiche e che hanno dato vita ad un match pieno di cose e parecchio divertente da guardare per gli spettatori neutrali. L’Atalanta non si presentava al meglio a causa di alcune pesanti defezioni difensive come la squalifica di Kolasinac e l’infortunio di Kossonou. La modifica principale operata da Gasperini nella formazione titolare è stata la panchina per De Ketelaere in favore di Lazar Samardzic, con il trequartista serbo ad agire alle spalle di Lookman e Retegui. Nessun cambio per il Napoli, con Conte che si è affidato ai suoi titolarissimi nella prima partita senza Kvicha Kvaratskhelia.

Tante partita in una. La Dea parte meglio, il Napoli prende consapevolezza di fare fatica ma ha la giusta reazione

L’approccio migliore nei primi minuti c’è l’ha avuto l’Atalanta, con la squadra di Gasperini che ha provato a replicare la tattica che aveva fruttato in maniera straordinaria nel successo di novembre nella gara d’andata al Maradona per 0-3 eseguendo una pressione furente e un pressing iper aggressivo sul primo possesso del Napoli. Come da dettami di Gasperini, l’Atalanta ha accettato una partita di continui duelli e scontri individuali tra i giocatori, accettando di associarsi con i rivali. Non solo la battaglia tra Hien e Lukaku, la chiave dell’intensità dell’Atalanta e delle iniziali difficoltà del Napoli è da trovare in mezzo al campo. Con Samardzic ad andare in schermo su Lobotka e non permettergli una costruzione fluida, e i due mediani de Roon ed Ederson ad occuparsi rispettivamente di McTominay e di Anguissa.

E la partenza sprint dell’Atalanta porta risultati e al primo vantaggio firmato da Retegui, con l’attaccante della Nazionale abile a finalizzare una bella azione costruita in palleggio dai suoi compagni e con la Dea brava a riempire bene l’area avversaria con l’inserimento di de Roon a inizio manovra. I primi venti minuti del Napoli sono complicati. Come detto in precedenza il centrocampo viene bloccato dal pressing atalantino, lo scarico su Lukaku funziona ad efficacia alterna con Big Rom che soffre la marcatura stretta di Hien e le due ali Neres e Politano vengono contenute dai quinti e dai due braccetti della difesa di Gasperini.

Un Napoli che capisce di essere in difficoltà contro un avversario di livello e che ha preso contromisure, e che però alla prima reale occasione con grande cinismo e maturità rifila una sberla ai padroni di casa, con la squadra di Conte che si conferma letale nel saper capitalizzare al massimo e di essere una formazione che fa poche cose ma le fa perfettamente. Non un caso che il gol del pari di Politano nasca dalla prima sponda riuscita da Lukaku, che anticipa il suo marcatore e avvia l’azione e la progressione personale di David Neres che poi serve Politano per la rete del pari.

Un gol psicologicamente pesante per il Napoli, che ha saputo soffrire ma poi ha saputo trovare la reazione che serviva. Dal pareggio i partenopei alzano i giri, trovano più spazio e coraggio di aggredire l’Atalanta e di sorprenderla nuovamente prima della fine del primo tempo, con un’altra codificazione del Mantra Conte. Pressing alto a recuperare palla e andare dritti in porta con Anguissa che sradica e premia il solito inserimento in area di McTominay e che vale il sorpasso.

L’Atalanta ri-domina il Napoli che non crolla e vince

Come detto in precedenza la partita di Bergamo è stata piena di cose e di momenti diversi. Un primo tempo inizialmente di marca Atalanta e poi di colore partenopeo, e la seconda frazione non è stata da meno con la formazione di Gasperini che rientra in campo con l’idea di “soffocare” il Napoli e di trovare il pareggio. Una fase decisiva della partita soprattutto da valutare a posteriori, e che ha restituito un Napoli capace di soffrire e di capire quando mettersi a copertura della propria area e andando ad accettare la forza e la pressione dell’avversario.

Ugualmente al primo tempo la velocità di esecuzione e la mole offensiva dell’Atalanta produce il gol del 2-2, che sostanzialmente è un pezzo di bravura e talento di Ademola Lookman, che prima si beve Di Lorenzo e poi si porta dietro tutta la difesa del Napoli prima di colpire Meret con un mancino preciso. Ennesima giravolta di una partita di grandissimo livello e che sembra andare per inerzia dalla parte dei nerazzurri, ma non sarà così. La differenza che però sposta tantissimo la fa Romelu Lukaku e la sua zampata di testa, in un gol che sorprendentemente è una variazione sul tema del classico gioco del Napoli. Verticalizzazione improvvisa di Spinazzola a cercare il centrocampista totalizzante Anguissa e parabola per il belga, che nell’unica volta in cui Hien non è dalle sue parti buca la rete avversaria.

Un 2-3 che conferma il Napoli come squadra Scudetto, ma che non ridimensiona nemmeno l’Atalanta, che avrebbe vinto la partita delle “statistiche” avendo tirato il doppio in porta dei campani (6 tiri a 3) e che può forse recriminarsi alcuni cambi poco efficaci nella fase più delicata della partita con le uscite di Lookman e Samardzic per dei deludenti De Ketelaere e Pasalic. Il Napoli vince ancora, lo fa ancora a suo modo, con i suoi uomini chiave (Anguissa, McTominay e Lukaku rappresentano al meglio lo spirito “Contiano”) e con la scoperta che la strada per la gloria passa anche dalla sofferenza.