Atalanta-Milan, dalle lacrime di Donnarumma alla sfida delle sfide
Atalanta-Milan. Una sfida non come le altre. Non solo per il ‘peso specifico’ che può avere in ottica Champions League ma, anche e soprattutto, per il significato che gli orobici hanno assunto nella storia recente del Milan. Era il 22 dicembre 2019, quando la banda di ragazzi terribili di Gasperini demoliva letteralmente il Milan con sontuoso 5-0. Un Natale amaro e pieno di rammarico. Non solo per la debacle in sé ma anche per la consapevolezza che per l’ennesima stagione, il Milan, sarebbe rimasto ben lontano dalla competitività tanto auspicata dai tifosi. Rimasero impresse negli occhi dei tifosi rossoneri le lacrime del portiere Gianluigi Donnarumma al termine del match. Lui che, più di chiunque altro, aveva osservato bene quei 5 palloni entrare in porta e infierire sui sogni del popolo del Milan.
Erano le ultime settimane prima che il dramma Coronavirus investisse il mondo. Poi il Milan sembrò come risorgere. Arrivarono due uomini fondamentali per l’avvenire rossonero: Ibrahimovic e Kjaer. Lasciò Milanello l’ennesima illusione dei complessi anni rossoneri: Krzysztof Piatek. Partì anche Suso che, fino a quel momento, era considerato uno dei perni dell’assetto tattico del Milan. Il Milan, dopo quel pranzo tremendo, affronta altre due volte l’Atalanta, entrambe tra le mura di San Siro. La prima volta finisce con un 1-1 incoraggiante per i rossoneri con un gol memorabile di Hakan Calhanoglu. La seconda volta, ossia la sfida del 23 gennaio, finisce con un altro crollo seppur ‘contenuto’: 0-3.
L’Atalanta dà il via al calo dei rossoneri di questo 2021 e – ancora una volta – acquisisce il ruolo dell’infrangi sogni del Milan. Domenica il Milan tornerà a Bergamo, lì dove l’Atalanta mandò in frantumi le speranze di Stefano Pioli. Lì dove il Milan ha vinto appena due volte negli ultimi sette anni. Lì dove il Milan ora non può sbagliare. Nella sfida delle sfide per il presente e il futuro del club rossonero.