L’Atalanta si prepara ad affrontare la nuova stagione con Gianpiero Gasperini in panchina. Gli orobici si raduneranno domani prima di partire per il ritiro a Clusone, che sarà dall’11-17 luglio. L’allenatore della Dea si è concesso ai microfoni della Gazzetta dello Sport in una intensa intervista, nella quale ha parlato dell’addio sfiorato, del futuro della squadra e di qualche individualità. Ecco le sua dichiarazioni.
Sul futuro della squadra. Come sarà?
“Da battaglia, animata da spirito di rivincita. Uscire dalle coppe ci ha dato rabbia. Vedremo che squadra nascerà. Oggi sul mercato l’Atalanta è come in campo: dinamica, coraggiosa, si sbatte, non resta rintanata a Zingonia. Non ha ancora chiuso un affare, ma non ho nulla da rimproverare. Come alla squadra”.
Su Duvan Zapata
“Duvan è arrivato, farà subito una risonanza. Dovrebbe aver superato l’infortunio che lo ha condizionato a lungo. sta bene. Nelle ultime partite rinunciava a calciare e a scattare. Un attaccante non può bluffare: dev’essere a posto per rendere al massimo”.
Il problema di Boga
“Il problema di Boga è il costo. Fosse costato quanto lo ha pagato il Sassuolo, saremmo tutti contenti. Ha dribbling, scatto, tecnica. Ma è stato pagato come un campione carismatico e decisivo. Al momento è un giocatore individuale e basta. Ma è giovane e imparerà”.
Su Scalvini
“Nei due mesi di preparazione voglio scoprire dove può crescere meglio. Ha resistenze, tecnica, visione di gioco, è forte di testa, sa fare gol, calcia bene e sa inserirsi. Il meglio lo fa con la palla ai piedi. Poi è un ragazzo intelligente e sa sfruttare le sue caratteristiche anche in difesa. Ma contro attaccanti veloci, contro Leao, io faccio giocare De Roon. Ha solo 18 anni. Non so quale sarà la sua evoluzione. Sono curioso di scoprirlo, come lo è Mancini. Sappiamo che ha un grande futuro. Bastoni mi dava gli stessi dubbi alla sua età. In fase d’attacco, Scalvini è superiore”.
Sull’addio sfiorato
“Se sono ancora qui è per il forte legame con la città. Durante l’ultima partita con l’Empoli, ho percepito forte la richiesta della gente: “Rimani a Bergamo”. Questa cosa ha condizionato le scelte, perché io ero veramente pronto a lasciare, se la società avesse voluto. Questo affetto e questa fiducia mi hanno trattenuto. Il mio impegno sarà moltiplicato per ricambiare”.