Atalanta, De Ketelaere è diventato il leader della Dea
La squadra di Gian Piero Gasperini vola in vetta alla classifica e mai come in questa stagione può davvero credere nel sogno Scudetto. Una formazione dalla precisa impronta di gioco e che ha ormai acquisito carattere, cinismo e quella dimensione da big adatta a vincere. E l’Atalanta ha tanto talento in rosa, come quello di Charles De Ketelaere.
Non in tanti si sarebbero immaginati un’Atalanta in vetta alla Serie A a Natale. Eppure la classifica (al netto della partita in meno dell’Inter) dice questo, e racconta di un’Atalanta che ha probabilmente fatto quell’ultimo step mentale e di consapevolezza per lottare fino alla fine per il titolo. Basterà? Non è dato saperlo ora, ma la certezza che l’Atalanta sia ormai una realtà concreta, solida ed estremamente competitiva non può più essere smentita.
Atalanta, De Ketelaere è il gioiello della Dea: moderno trequartista che pensa anche da 9 e segna gol decisivi
Grandissimo merito alla crescita complessiva di tutta la società all’interno di un percorso decennale, che ha visto l’Atalanta fare tutti i passi necessari in campo e fuori per arrivare poi al livello attuale. Una progressione graduale che ha portato l’Atalanta ad essere considerata credibilmente come una candidta allo Scudetto. Merito dello straordinario lavoro di Gasperini, che dopo una carriera quasi trentennale e senza nessun trofeo ha spezzato la maledizione lo scorso anno con lo storico trionfo in Europa League. E merito ovviamente di un parco giocatori migliorato negli anni, che si esaltano ed esaltano i meccanismi di gioco della squadra orobica.
Mai come in questa stagione l’Atalanta ha una rosa forte e completa, e può contare su molti leader da molti punti di vista. Ci sono quelli emotivi e morali alla de Roon o Ederson, e poi ci sono quelli tecnici e che determinano le partite. Uno è sicuramente Ademola Lookman e l’altro è Charles De Ketelaere.
Da promessa anonima ad una certezza assoluta in A e in Europa
Il trequartista belga è forse la più grande scommessa vinta dall’Atalanta negli ultimi anni. Prelevato la scorsa stagione dal Milan dopo la deludentissima annata in rossonero, De Ketelaere è rinato col nerazzurro di Bergamo. Un’ottima grande stagione, dove CDK ha trovato la sua collocazione tattica ideale ridisegnandosi come un trequartista ibridato in una seconda punta di classe e visione e con numeri importanti con 14 gol e 11 assist in tutte le competizioni.
E questa stagione sta diventando quella della consacrazione. Un giocatore perfettamente inserito nei meccanismi dell’Atalanta, in cui assieme a Lookman rappresenta una delle coppie di mezze punte più forti del campionato. Incastonato nella zona di trequarti da Gasperini nel suo 3-4-2-1, De Ketelaere è diventato un calciatore che in Serie A può fare quasi quello che vuole. Come detto un trequartista mobile che ha talento nell’imbucata lunga e nel passaggio stretto, che è veloce in transizione e ha l’abilità tecnica di fare la giocata individuale.
Un De Ketelaere così per sognare
Questa stagione recita 10 gol e 9 assist tra tutte le competizioni, quasi pareggiando l’intera produzione della passata annata. De Ketelaere uno dei leader tecnici dell’Atalanta, una dimostrazione d’importanza non solo di talento ma anche di carattere di un giocatore che nel periodo al Milan, era stato tacciato di essere troppo molle e poco cattivo.
In verità Charles è rimasto così, con quella faccia da ragazzo a modo e i compartamenti corretti in campo ma la cattiveria ce la mette quando conta e nel come determina le partite. Domenica scorsa contro l’Empoli Charles l’ha vinta da solo, in un mix tra il suo repertorio e le idee dell’Atalanta. De Ketelaere ha messo lo zampino su tutti i tre gol della Dea in modi diversi ma ugulamente decisivi.
Inserimento e colpo di testa da numero 9 per il primo gol a significare la trasformazione di un giocatore tanto elegante quanto concreto. La pennellata sulla trequarti che inizia l’azione del secondo gol di Lookman come il migliore dei registi offensivi. E poi alla fine il gioiello individuale da 10 puro, con quel movimento ad accentrarsi dalla destra, l’attesa nello crearsi lo spazio e trovare poi l’angolo giusto con un mancino telecomandato. Tutto in una partita e tutto in un giocatore. E l’Atalanta gode e sogna più che mai.