Atalanta, Congerton: “L’obiettivo è tornare in Europa. Lookman? Vi dico”
Lee Congerton, direttore dell’area sport dell’Atalanta, ha parlato alla trasmissione Radio 5 Live Sport, in onda sulla BBC. Di seguito le sue dichiarazioni.
Atalanta, le dichiarazioni di Congerton
Cosa vuol dire head of sports department?
“Sono responsabile per tutti i dipartimenti, quindi prima squadra, scouting, Primavera, area medica, abbiamo un nuovo capo medico, un dipartimento analitico, lavoro in stretto contatto con Luca Percassi, il nostro CEO, e il board americano, capeggiato da Stephen Pagliuca dei Boston Celtics”.
Come si trova a Bergamo?
“Bene, la gente è molto attaccata al club, sono persone appassionate, mi piacciono. Ci sono grandi aspettative, anche da parte della stampa, ma stiamo gestendo un po’ tutto nel miglior modo possibile, con equilibrio, e la nostra speranza è quella di poter soddisfare queste aspettative riportando l’Atalanta in Europa. Sono molto soddisfatto di quello che stiamo facendo”.
Congerton parla di Lookman
Non le piace essere al centro dell’attenzione, ma Gasperini ha detto che è stato lei il segreto dell’arrivo di Lookman.
“(Ride ndr) Mi ha fatto piacere, ma non mi piace prendermi tutti i meriti, perché è sempre merito di tutti e quindi del club. Io lo volevo già al Celtic, Ademola. Certo, lo conosco bene, sin da ragazzino, ma è lui anche ad aver scelto noi, e ha fatto la scelta giusta. Poi lui è un ragazzo splendido e merita tutto quello che sta ottenendo. Spero che continui così, con gol e assist, con prestazioni di alto livello. Me lo auguro per lui e per il bene dell’Atalanta”.
Esiste una figura simile alla sua nel calcio inglese?
“Esiste il direttore sportivo. Il mio ruolo qui all’Atalanta è quello di vedere e controllare tutti i dipartimenti, ci sono ruoli simili, anche in Inghilterra, ma ogni Paese ha le sue peculiarità, per mia esperienza”.
La sua carriera è totalmente affascinante, in tutti i sensi: ha sempre avuto questa propensione di cambiare spesso perché è stato in cosi tanti posti fantastici e anche ora è in un posto affascinante?
“Si, ho sempre avuto quest’ambizione di andare all’estero, e la gente ha sempre parlato della mia apertura mentale, della mia mentalità internazionale, sono stato all’estero per studiare le squadre estere, ho sempre cercato di migliorare me stesso, ho sempre avuto l’ambizione di lavorare in serie A, anche prima dell’Atalanta”.
Come è arrivato all’Atalanta?
“Il calcio italiano mi ha sempre affascinato. Ho iniziato a conoscerlo grazie a Carlo Ancelotti durante la nostra comune esperienza al Chelsea. Era una opportunità giusta per me e andava colta. Sono qui per portare in dote al Club l’esperienza accumulata negli anni, nelle mie varie esperienze professionali, e per dare un contribuito alla crescita del club”.
Si è riposato nel periodo della sosta del campionato?
“Pochi giorni, perché ero molto impegnato fra mercato, relazione con gli altri Club, visita in America per fare il punto della situazione con la proprietà americana, poi sono stato anche in Colombia al Mundialito… Insomma, tanto lavoro, anche se sul mercato non avevamo molto da fare perché avevamo già fatto investimenti molto importanti in estate”.