Astori, la sentenza: “Diagnosi errata, poteva essere salvato”
Il GUP Angelo Antonio Pezzuti si era già espresso a maggio, dopo la condanna, a seguito del rito abbreviato, ad un anno di reclusione per omicidio colposo, con pena sospesa, nei riguardi del Prof. Giorgio Galanti, direttore sanitario del Centro Medicina dello sport di Careggi di Firenze.
Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, è arrivata anche la motivazione alla sentenza: secondo il Giudice dell’udienza preliminare, si è trattato di un errore nella diagnosi, la quale ha impedito a Davide Astori, capitano della Fiorentina, di essere salvato: “Con la sua condotta, l’imputato ha impedito l’accertamento della malattia, avendo omesso il primo necessario atto”, il quale, invece, avrebbe avviato un iter diagnostico in grado di evitare la morte del calciatore 31enne.
Decidendo di non effettuare ulteriori controlli, tramite holter cardiaco, malgrado la presenza di una extrasistolia ventricolare emersa ripetutamente durante le provo da sforzo annuali cui era sottoposto Astori, non è stato possibile provvedere “all’installazione di un impianto di defibrillazione che avrebbe escluso la morte del calciatore”. L’avvocato difensore di Galanti, l’Avvocato Sigfrido Fenyes, ha annunciato la volontà di ricorrere in appello.