La crisi economica derivante dalla pandemia di Covid 19 ha colpito e sta colpendo globalmente ogni settore produttivo, calcio compreso. Una prima, importante, avvisaglia si è vista nell’appena conclusa sessione di calciomercato dove i club delle cinque maggiori leghe europee hanno investito quasi due miliardi di euro in meno rispetto all’annata precedente.
Un esempio di quanto le finanze dei club siano messe a dura prova da questa situazione arriva dalla Premier League, uno dei campionati più attrezzati dal punto di vista economico. L’Arsenal, per esigenze di bilancio, è stato costretto a licenziare la mascotte che da 27 anni segue la squadra londinese: Gunnersaurus. Non si tratta solo della perdita di un simbolo storico del club, dentro il costume da dinosauro c’è un dipendente, Jerry Quy, che ha rischiato di perdere il lavoro.
L’uso del passato non è un caso; nelle ultime ore, infatti, Mesut Özil è venuto in soccorso di Jerry Quy. Il campione tedesco, attraverso i propri canali social, ha annunciato che ci penserà lui, finché sarà un calciatore dell’Arsenal, a pagare lo stipendio di chi veste i panni di Gunnersaurus. Queste le sue parole: “Ero molto triste quando ho saputo che Jerry Quy, conosciuto anche come Gunnersaurus, la nostra famosa e leale mascotte, parte integrante del club, sarebbe stato licenziato dopo 27 anni. Mi offro di rimborsare all’Arsenal lo stipendio pieno del nostro ragazzone verde finché sarò un calciatore in questa società. In questo modo Jerry può continuare a fare il lavoro che ama tanto“.
Quanto successo è una dimostrazione di come, se si va oltre i riflettori, si possano vedere molte ombre anche in un mondo pieno di luci come quello del calcio. Non solo trattative e contratti milionari, quindi, ma un insieme di soggetti che contribuiscono al successo delle società calcistiche e che, nonostante questo, vivono una condizione di precarietà.
Tutto è bene quel che finisce bene: il gesto di Özil è encomiabile e il dipendente del club riavrà il suo lavoro. Quanto successo all’Arsenal, però, fa capire le fragilità del sistema calcio in un momento delicato come questo. Non sempre ci sarà l’intervento di un Deus Ex Machina e il terremoto finanziario in atto potrebbe andare ad intaccare le fondamenta del palazzo di cristallo del pallone.