Arsenal, clausole per la retrocessione nei contratti dei calciatori
L’Arsenal ha iniziato in modo più che travagliato la stagione di Premier League. Due punti nelle ultime sette partite, quindicesimo posto in classifica e solo quattro punti di distanza dalla zona retrocessione. I Gunners stanno letteralmente precipitando, un cammino in discesa iniziato da quando Arsene Wenger ha lasciato la panchina nell’estate del 2018. Una delle squadre più blasonate del calcio inglese, quella da più tempo presente nella massima serie inglese, quest’anno vive un insolito clima di paura.
Con una rosa che costa oltre 150 milioni l’anno, il proprietario americano Stan Kroenke e suo figlio Josh devono tutelare le casse del club. Di qui, la necessità di ponderare un’ipotesi impensabile: la società sta valutando già da ora un taglio del 25% degli stipendi di tutti i suoi giocatori, l’equivalente di 37,5 milioni di sterline l’anno (41,2 in euro), se la squadra dovesse retrocedere in Championship.
Tutti i giocatori della squadra sono avvertiti, nella speranza che una misura del genere serva come incentivo a fare meglio. Malgrado i risultati in campionato, la posizione del tecnico Arteta per ora resta stabile. La percentuale di vittorie in Europa League è del 100%. Aleggiano, comunque, sull’Emirates le ombre di Allegri e Sarri. Le sfide con il Manchester City nei quarti di Coppa di Lega e la prossima gara in campionato contro il Chelsea il 26 dicembre, nel Boxing Day, saranno indicative per il prossimo futuro dell’Arsenal.
“Sono impauriti – ha confessato l’ex Theo Walcott, che con il Southampton ha affrontato i Gunners da poco –. Ho avuto questa chiara impressione di fronte a una squadra che sembrava aver perso fiducia nei propri mezzi, condizionata più dal timore di sbagliare che dalla voglia di reagire”.