Argentina, Messi sul Mondiale: “Maradona? No, pregavo Montiel”

Argentina, Messi sul Mondiale: “Maradona? No, pregavo Montiel”

(Photo by LUIS ROBAYO/AFP via Getty Images)

Lionel Messi è tornato ancora una volta sulla vittoria del Mondiale con la sua Argentina nel corso di una lunga intervista rilasciata a Olé. Ecco le sue dichiarazioni sul trionfo in Qatar ed alcuni retroscena del successo iridato.

(Photo by LUIS ROBAYO/AFP via Getty Images)

Argentina, Messi a Olé: “Ho 36 anni…finché mi divertirò, giocherò”

Sul significato della vittoria del Mondiale
“Avevo desiderato tanto quel momento. La reazione davanti alla Coppa? Non ci ho pensato, l’ho toccata e l’ho baciata. Dopo tanti anni in Nazionale, dopo esserci andato vicino nel 2014… Ho fatto tanti sacrifici, ci sono state tante sconfitte e tanti momenti difficili. La mia famiglia forse lo ha vissuto più di me; ho tanti parenti in Argentina e questa attesa li stava consumando, soffrivano come me, forse di più. So che hanno passato brutti momenti, ora siamo tutti sollevati”.

Sulle sue preghiere al rigore decisivo
“C’è chi dice che stessi parlando con mia nonna o con Maradona. Ho chiesto a Dio e a Cachete di segnare, di non prolungare quell’agonia oltre”.

Il confronto con Mbappé dopo la vittoria
“Abbiamo parlato brevemente dei festeggiamenti, di come la cosa era stata vissuta in Argentina. Niente di più: ho perso anche io, mi sono trovato da quella parte e non volevo parlarne, quindi lo capisco e non voglio toccare l’argomento. Ma tra me e lui va tutto bene”.

Sul percorso
“Dopo la sconfitta con l’Arabia Saudita ci sentivamo una merda. Se non vincevamo col Messico… Ma in quel momento si è vista la forza del gruppo. Da lì siamo stati più forti. Nell’intervallo di quella partita dissi che la situazione era difficile ma che dovevamo giocare come sapevamo. Eravamo superiori al Messico e dovevamo accelerare. L’ansia ci ha divorato, è stata la nostra peggior partita. Poi però siamo diventati più fiduciosi e calmi. Con la Polonia era partita da dentro o fuori ma abbiamo avuto il controllo. Eravamo tornati alla nostra essenza”.

(Photo by PASCAL GUYOT/AFP via Getty Images)

Sui festeggiamenti, le critiche e la parata di Martinez
“Abbiamo giocato una partita fantastica, non era la prima volta. La parata? È stato tutto così veloce, non l’ho vissuta appieno. Ho sofferto di più guardando i video dopo. Le critiche? Mi sembra ingiusto: abbiamo sempre avuto un comportamento esemplare, dentro e fuori dal campo. La gente parla di più di quello che è successo contro l’Olanda ma nessuno dice nulla di quello che è stato fatto prima, delle provocazioni durante la partita e ai rigori. Una mancanza di fair-play, ma tutti parlano di cosa abbiamo fatto noi”.

Sul futuro
“Ho 36 anni e mi sembra difficile pensare di essere al prossimo Mondiale. Amo giocare a calcio e finché mi sentirò in forma e continuerò a divertirmi, lo farò. Ma non riesco a pensare fino al prossimo Mondiale. Vado avanti, vedremo dove mi porterà la carriera”.

Sul probabile rinnovo di Scaloni
“Spero che continui, sarebbe bello non cambiare in questo momento. È una decisione che spetta a lui e lo capirei in ogni caso. Non gli ho parlato ultimamente ma mi auguro che decida di rinnovare, perché sarebbe il massimo per l’Argentina. Questo gliel’ho già detto”.