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Arbitri, tornate ad arbitrare

L’attesa, questa volta, è stata davvero breve. Tra la fine delle coppe europee e la ripresa del Campionato di Serie A è passata appena qualche settimana. E mentre la prima partita è già in archivio, e la seconda scivola via, torna al centro del dibattito il grande tema degli arbitraggi. Che in Italia, più che in qualsiasi altro Paese, è ciclicamente motivo di polemica, scontro e, più raramente, confronto.

La grande innovazione della VAR, in vigore ormai dalla stagione 2017/2018, nell’ultima stagione ha mostrato tutti i limiti di un’ambizione impossibile. Quella, cioè, dell’assoluta oggettività di giudizio. Chiedendo agli arbitri di limitarsi a decidere, ad esempio, sull’esistenza o meno di un tocco in area, ma non sulla sua maggiore o minore irruenza o scompostezza. Una lettura delle situazioni – ben lontana dal calcio giocato – che ha portato a fischiare, in 38 giornate, qualcosa come 187 calci di rigore.

Gli arbitri e la VAR

Un eccesso, che in media si traduce in 4,89 penalty a incontro. In Bundesliga erano stati 72 in 34 giornate, poco più di due a turno. Leggermente più alta la media della Premier League: 92 penalty in 38 turni. Solo la Liga, con 153 rigori in 38 giornate, si avvicina ai numeri italiani. Forse perché è un altro di quei campionati in cui la polemica arbitrale è all’ordine del giorno. Di certo, però, fischiare ogni contatto, ogni tocco di mano, ogni contrasto, non è la soluzione. Si rischia, pur senza cambiare le regole, di snaturare il gioco.

Il fallo di mano, foriero di polemiche

Qualcosa, però, in questa stagione dovrebbe cambiare. Innanzitutto, a livello regolamentare, come ha spiegato in un’intervista alla Gazzetta dello Sport il designatore degli arbitri italiani Nicola Rizzoli. La novità, l’unica introdotta dalla Ifab, riguarda i falli di mano. Ma non quelli commessi dalla difesa, quelli degli attaccanti. Fino ad oggi, qualsiasi tocco di mano durante un’azione da gol, avrebbe annullato la rete. Non sarà più così: il tocco invaliderà il gol solo se avviene nell’immediatezza.

È lo stesso Rizzoli a fare un esempio: “quello Veretout in Roma-Samp verrebbe ancora annullato, non c’è nulla tra il tocco di Perez e il suo tiro”. Al contrario, il “gol di Ibra contro la Fiorentina oggi sarebbe valido”.ù

Nicola Rizzoli, oggi designatore degli arbitri italiani

Ma i cambiamenti più grandi prescinderanno dal regolamento. E riguarderanno invece la sua applicazione, con un sostanziale ritorno alla discrezionalità, o comunque all’interpretazione, da parte dell’arbitro, del singolo episodio. “Premesso che i dati dell’ultima Champions evidenziano più falli e gialli per le squadre italiane, dimostrando che c’è un’attitudine al gioco diverso, sì, ci sono rigori concessi che sono troppo leggeri. C’è contatto e contatto, soprattutto nel calcio, che è fatto di contatto”, spiega il designatore arbitrale.

Rigori come quello concesso alla Juventus contro l’Atalanta per un leggero tocco di De Roon, “non lo vorrei rivedere: è troppo leggero”, spiega ancora Rizzoli. “Sono situazioni da valutare sul campo, però non possiamo togliere al difensore la possibilità di fare un movimento istintivo: se il braccio non poteva essere più ritratto non deve essere punibile. L’obiettivo è permettere ai difensori di non giocare come i pinguini. L’augurio – chiosa il designatore degli arbitri italiani – è che se ne fischino di meno: vorrebbe dire che si interpretano meglio contatti valutati in maniera troppo leggera e che i giocatori capiscano che un contatto non equivale a un rigore”.

Insomma, gli arbitri, in soldoni, tornino a fare gli arbitri. Ossia i giudici della partita, applicando le leggi, ma interpretando il momento. Perché il VAR torni ad essere un valido aiuto, e non un sostituto dell’arbitro in carne ed ossa. Basteranno le linee guida di Rizzoli per evitare la solita mole di polemiche? Sicuramente no. La moviola fa parte del calcio italiano da decenni, e se non è bastato il VAR a mettere tutti d’accordo, figuriamoci il ritorno ad un arbitraggio d’altri tempi…

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Published by
Piermichele Capulli