Anna Marchesini ha segnato un periodo importante della storia italiana dell’intrattenimento: recitazione a tutto tondo, performance di vario genere che hanno aperto la strada a qualcosa di nuovo. Non solo l’interpretazione dei ruoli, ma anche l’incarnazione di un momento sociale: il trio, composto anche da Tullio Solenghi e Massimo Lopez, ha dato risposte agli italiani con l’aiuto dell’ironia. Basti pensare alla metabolizzazione dei classici e la rivisitazione di grandi opere come “I promessi sposi”, ma anche la satira. Il ribaltamento dell’ordine sociale attraverso una risata prima e dure riflessioni poi.
La Marchesini ha sempre reso “facile” tutto questo. Anche se semplice non era. Arrivare agli italiani – e non solo – in maniera così trasversale a prescindere dal palco. La differenza – ha insegnato lei – non la fa il contesto, ma l’atteggiamento. Prendere l’assurdo ed elevarlo a valore aggiunto, anche questo è teatro. Lo stesso che, in minima parte, faceva nel 1985 con Giampiero Galeazzi a “Domenica In”. I due avevano un “segreto”: una sorta di patto che portavano avanti stagione dopo stagione. Era dopo era. Una sorta di accordo per raccontare la Serie A in modo diverso.
Galeazzi era famoso per la sua serenità e la spiccata autoironia: Anna Marchesini l’aveva capito ed era solita organizzare dei siparietti con lui, molto spesso entrava anche il resto del trio. Queste intromissioni, però, ha sempre preferito farle lei personalmente perchè con Giampiero c’era una bella complicità. Sintonia spontanea che è quello che la Marchesini ha sempre cercato nelle proprie performance. Loro due – inconsapevolmente o meno – hanno dato vita al perfetto mix tra sport e intrattenimento.
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Stessa situazione che poi la Rai ripropose anni dopo con “Quelli Che Il Calcio”, assieme a Fazio e Bartoletti, fino ad arrivare agli esperimenti di Mediaset prima con Pressing e successivamente con Mai Dire Gol. Il calcio mescolato alla comicità: Anna Marchesini – cosa che nessun altro è stato più in grado di fare – ci aggiungeva, però, una teatralità scanzonata. Questo ha fatto sì che le sue performance rimanessero uniche e ancora piene di significato. Ecco perchè, a sei anni dalla morte, abbiamo ancora tanto da imparare e la Marchesini resta spudoratamente attuale.