Altro che rinnovo, è rottura totale | Il Milan non si piega: due strade che si separanno
Fonseca su di giri, la società sul piede di guerra: altro che rinnovo, multa e rottura totale: si prenderanno strade diverse.
Al di là dei risultati, non proprio quelli che ci si aspettava, di questo Milan targato Fonseca colpisce la mala gestione di un gruppo che si è mostrato abbastanza anarchico in questo inizio di stagione. Troppi casi non hanno una spiegazione logica.
A Fonseca vengono imputati anche i comportamenti sbagliati dei giocatori rossoneri. Non una scelta tecnica, non un’interpretazione tattica, ma perfino le insubordinazioni di chi va in campo. La società, poi, fa passare troppe cose in secondo piano.
Ripensando al cooling break, dove Leao e Theo stavano per conto loro, lontano dal gruppo, stupisce la posizione di una società troppo permissiva, che nell’occasione non ha preso provvedimenti, con la conseguenza di una nuova insubordinazione a Firenze.
Fonseca indica Pulisic rigorista, però calcia Theo. All’intervallo ribadisce il concetto, e calcia Abraham. Al di là dei due rigori falliti e della sconfitta amara contro la Fiorentina, è chiaro che Fonseca non ha in mano lo spogliatoio.
Cambio di atteggiamento
Ma stavolta ha il club dalla sua. Il Milan, infatti, ha deciso di multare Theo Hernandez per la squalifica di due giornate dopo le parole poco riguardose del francese nei confronti di Pairetto. Niente mazzata sul francese.
Ma a differenza del famigerato cooling break dell’Olimpico in Lazio-Milan, stavolta la multa, tra l’altro prevista dal regolamento interno del Milan, è scattata. Non certo un buon viatico per il rinnovo del rossonero, assolutamente in alto mare.
Non ci siamo proprio
Il dialogo tra le parti va avanti, ma gli ostacoli cominciano a essere tanti. In primis c’è differenza tra domanda e offerta a livello economico: ok che il francese non ha un sostituto nel suo ruolo, ma la richiesta dell’agente è stata superiore agli otto milioni netti, più bonus, quasi il doppio dello stipendio attuale.
Se ci sarebbero i vantaggi del Decreto Crescita, attivato nel 2019 al momento del suo sbarco a Milano, ma si tratta comunque di tanti soldi. Che il Milan a questo Theo, altalenante e discontinuo, che si arroga il diritto di battere un rigore che non avrebbe dovuto calciare lui, non ha intenzione di dare. PSG, dove c’è il fratello Lucas, o (nuovamente) il Bayern Monaco sono pronte a prenderlo, anche con certi atteggiamenti francamente inaccettabili. “Il grande gelo”. L’apertura di Gazzetta dello Sport dell’altro giorno la dice lunga sulla situazione in atto.