Allegri: “La Juve deve vincere, ci vuole equilibrio. Ronaldo? Messi è più forte, lui più grande”

Photo: Jonathan Moscrop/Sportimage

Dopo due anni Massimiliano Allegri, ex allenatore della Juventus, è tornato a parlare dinanzi alle telecamere. In questo caso ai microfoni di Sky Sport durante “Sky Calcio Club”. Queste alcune delle sue dichiarazioni.

Sul futuro

“Del mio futuro non so ancora niente, ma a giugno voglio tornare perché adoro godere delle gesta dei miei giocatori. Quando sono a casa che non alleno mi annoio a guardar troppe partite. Mi sono rimesso a guardarle adesso per provare a immedesimarmi negli allenatori, provare a capire che sostituzioni farei al loro posto, ne azzecco poche sinceramene”.

Sul calcio italiano e sul bel gioco

“Credo che per il calcio italiano dovremmo rimboccarci un po’ tutti le maniche. Anche dopo l’eliminazioni delle italiane in Europa si è parlato tanto, ma mi sembra che si debba solo metterci a lavorare. Bel gioco? Sono sempre stato visto come il contraltare dei “giochisti”. Non è poi vero, io credo che ci voglia sempre equilibrio. Io ho avuto la fortuna di crescere in mezzo a vecchi allenatori e ho imparato da loro. Al centro bisogna mettere i giocatori. Nessun allenatore non organizza la squadra, poi però non lamentiamoci di quando andiamo in Europa e troviamo gente che passa la palla 100 all’ora. Bisogna tornare a lavorare sulla tecnica a livello giovanile.  Mi sembra che i giocatori siano diventati uno strumento per far dire che l’allenatore è bravo. L’allenatore è bravo quando vince, oppure quando crea valore”.

Sul rapporto con Sacchi

“Io e Sacchi ci siamo scontrati tanto, e ha ragione che serva l’organizzazione, ma prima servono 10 calciatori che si passino bene la palla perché se il primo la passa bene al secondo, il secondo al terzo e il terzo al quarto l’azione è già bella e che finita”.

Sulla Juventus

“Sono stato 5 anni alla Juventus e l’addio è stato in modo abbastanza naturale. Credo ci sia stata una diversità di vedute, non tanto nel gioco, la Juventus deve vincere c’è poco da dire. È stata una scelta del presidente, giustamente, ma siamo rimasti in ottimi rapporti. Sono stati 5 anni irripetibili, ci siamo divertiti c’era tanta positività, sono state fatte scelte di mercato importanti, giovani che sono cresciuti. Il finale della quinta annata è stato un lento scemare di un rapporto. Sono molto legato alla Juventus, ma anche al Milan e al Cagliari. Mi ci affeziono perché sono passionale. Se ci tornerei? Non lo so, è anche impossibile dire. Pirlo? Sta facendo il suo percorso, non so che difficoltà possa avere, gli spogliatoi vanno vissuti”.

Sul mestiere dell’allenatore

“Fare l’allenatore è un mestiere molto difficile. Come si fa a spiegare come si fa l’allenatore. Innanzitutto ci sono due allenatori, quello da lunedì al sabato che fa un mestiere, quello della domenica è tutto un’altra roba. La gestione dell’imprevisto non rientra da nessuna parte. Ma anche la gestione della settimana, non c’è mica scritto sui libri come gestirla. Io mi sono battuto con chi organizza i corsi a Coverciano, ma la gestione delle risorse umane è fondamentale. L’allenatore vive di sensazioni, io mi sono ispirato a Capello perché non sbagliava niente”.

Su Ronaldo

“Più alzi il livello dei giocatori che hai a disposizione più si alza il livello di apprendimento. Cristiano ho avuto la fortuna di allenarlo, così come Ibrahimovic, Ronaldinho, Nesta, Pirlo, Buffon… Ho allenato giocatori fantastici e con loro è più facile nella gestione, perché ti capiscono. La cosa più importante è il rispetto perché se tu rispetti loro, poi loro te ne danno. Certo, poi va considerato che sono aziende, ci sono i social. Non dimenticatevi che i giocatori ascoltano tutto, e in questo la gestione delle risorse umane è fondamentale, lo ripeto. Paragone con Messi? Messi è più forte, Ronaldo è più grande. Ronaldo ha una testa che è meccanizzata a vincere. Uno che è arrivato a vincere 5 Palloni d’Oro, Champions, titoli si dà costantemente gli stimoli. Lui va a cercare costantemente spazi per fare gol, chi gioca con lui deve essere bravo a capire dove mettersi perché deve occupare gli spazi dove non c’è lui”.

Sul Real Madrid

“Tre anni fa il Real Madrid mi chiamò, ma dissi che avevo promesso alla Juventus che sarei rimasto e alla fine andò così, poi è normale che mi hanno chiamato in tanti anche in questo periodo, ma posso solo dire che ora il calcio mi manca un po’ e vorrei rientrare nel giro”.

Sulla finale persa con il Real

“Io dico sempre che alle 3 quando inizia è una partita, alle 3 e un quarto è un’altra partita, alle 3 e 45 è un’altra ancora. Mi ricordo che Messina l’allenatore di Basket disse una grande verità: “Le partite le vincono le migliori difese”. È perfettamente così, ad esempio nella finale con il Real Madrid perché abbiamo perso noi? Perché abbiamo difeso peggio degli altri. Cosa manca a questa Juve per tornare in finale? Non lo so cosa manca alla Juve per tornare in finale di Champions. Se li guardo dall’esterno qualcuno dei giocatori che vedo non li avrei neanche allenati. Poi li conosci e cambi idea. Sono in finale di Coppa Italia, hanno vinto la Supercoppa, sono in lotta per i primi 4 posti. Vincendo la Coppa Italia ed entrando in Champions sarebbe una stagione positiva. Hanno fatto anche acquisti importanti alla Juve. Chiesa sta facendo bene, Morata anche ha iniziato bene e poi il covid lo ha fermato. Il centrocampo è stato cambiato in blocco e questo non aiuta anche nella gestione perché anche chi giocava di più e dava più sicurezza gioca meno come ad esempio Chiellini. Bisogna ricostruire un anima. Tutte le squadre sono passati da momenti belli ad altri da ricostruire”. 

Sul livello della Serie A

“Se in Serie A i migliori sono ancora Ronaldo, Ibrahimovic, Chiellini quando gioca, il problema credo sia più generale. Dobbiamo renderci conto che in questo momento del calcio italiano ora tutti si aspettano che Roberto Mancini vinca per forza l’Europeo. Noi viviamo di esaltazione nei momenti belli e speriamo che l’Italia vinca gli Europei ad altri in cui il calcio italiano fa schifo. Credo che si debba lavorare tutti insieme, magari vivere un anno o due di magra, ma poi ottenere risultati. Ora ci sono tanti giocatori giovani che in due anni buoni vengono pagati 40 milioni, 4 milioni all’anno. Bisogna darsi una regolata perché se hai il frigo pieno non ti viene fame. Una volta ci si affermava a 26/27 anni”.

Sull’Inter

“La rosa della Juventus è un’ottima rosa. L’Inter, vedendola dall’esterno e soprattutto dopo l’uscita dalla coppa in cui hanno potuto lavorare molto. Secondo me ha una rosa che vale la possibilità di giocarsi i quarti o una semifinale di Champions. Ha più qualità della Juve? Diciamo che sono più consolidati perché la Juventus è stata costruita quest’anno. Quando cambi due giocatori è un problema, se ne cambi di più è ancora più difficile. Eriksen Regista? Si è un’idea che avevo. Antonio ha avuto la pazienza di aspettarlo, di farlo lavorare. In Inghilterra c’è più spazio, meno pressione. Ora che Antonio l’ha aspettato e ci ha lavorato può mettere la palla dove vuol. Lukaku-Lautaro? È la miglior coppia che c’è in Italia, i numeri parlano. È stato molto bravo Conte a farli giocare sempre insieme anche se secondo me hanno caratteristiche non troppo lontane”.

Su Dybala

“A me capitò anche con Dybala. Gli dissi: “Paulo tu alla Juventus non puoi giocare centravanti”. Lui a Palermo giocava centravanti ma con 50 metri di campo davanti a sé, se alla Juve spostavamo l’azione 50 metri più avanti Dybala si trovava in area di rigore e avrebbe fatto fatica. Infatti poi con me ha fatto due annate fantastiche”.

Su possibili acquisti

“Chi comprerei ora? Benzema, Lewandowski, l’Ibrahimovic di adesso che fa il centravanti. Una volta non lo faceva perché ce la faceva ancora a correre e non gli piaceva prendere le botte. Kean mi piace ma non è a livello degli altri, ma è giovane  bisogna lavorarci. Haaland bisognerebbe lavorarci perché ha uno strapotere clamoroso”.

Sulla Nazionale

“Futuro in Nazionale? Dopo il Mondiale? È ancora lunga, qualche anno devo ancora allenare. Mancini ha lavorato sull’autostima e lì Roberto è stato molto bravo. Ha trasmesso grande serenità, c’è unità di intenti, i giocatori giovani stan crescendo e quindi bene”.

Sulla Roma

 “Siamo a marzo-aprile e credo che sia difficile risolvere i problemi a questo punto del campionato. A novembre puoi, ma ora… Dopo tanti mesi che lavori e non è scoccata la scintilla è dura. A gennaio l’allenatore non deve star lì più a spiegare nulla, al massimo si può lavorare e riprendere qualche concetto”.