Allegri-Juventus: bisbigli, scenari incerti e una piazza che vuole risposte
Il mercato non è ancora iniziato ufficialmente ma, le strategie, stanno sicuramente iniziando a prendere forma, complice l’inizio ‘anticipato’ del campionato in vista del Mondiale in Qatar che prenderà il via a fine novembre. Tra i club che devono lavorare alacremente per ritrovare la competitività, c’è sicuramente la Juventus. Il primo capitolo dell’Allegri 2.0, al di là dei toni fiduciosi del tecnico livornese a fine campionato scorso, è stato sicuramente deludente. Allegri ha fatto peggio del predecessore Andrea Pirlo sotto ogni aspetto: 0 trofei vinti contro i 2 dell’attuale allenatore del Fatih Karagumruk. 57 gol fatti in campionato contro i 77 di Pirlo. Giusto un gol subito in meno. Ben 8 punti in meno in campionato (70 contro i 78 di Pirlo, ndr). In Europa, Pirlo si arrese contro il Porto agli ottavi di Champions League. Allo stesso turno, la Juventus di Allegri ha alzato bandiera bianca contro il Villarreal.
Le attenuanti ci sono: un Cristiano Ronaldo in meno, un mercato non all’altezza della competitività mostrata dalla Juventus dominante dell’ultimo decennio, un centrocampo senza qualità e una ricca dose di sfortuna dal punto di vista degli infortuni, principalmente al riguardo di Federico Chiesa. Ci sono le attenuanti ma ci sono anche tante colpe: la Juventus, a praticamente un anno dal ritorno di Allegri, non ha fatto alcun passo avanti sulla costruzioni di un’identità tattica. L’arrivo di Vlahovic – capocannoniere della Serie A al momento del suo passaggio in bianconero – non ha dato la sferzata realizzativa che ci si attendeva. A questo si aggiungano gli addii di Dybala (vicino all’Inter, ndr) e Chiellini, le parole sibilline di De Ligt e, la Vecchia Signora, dà tutta l’idea di essere un cantiere apertissimo, paradossalmente con più difficoltà rispetto ad un anno fa.
Allegri-Juventus, gli scenari e la risposta che attendono i tifosi
A questo punto, il lavoro che verrà svolto in estate diventa cruciale ma, se le indiscrezioni non aiutano, il silenzio dei vertici è benzina sul fuoco degli umori dei tifosi. Allegri viene ‘pizzicato’ a Montecarlo in compagnia di Luis Campos, neo responsabile dell’area tecnica del PSG. Alcuni rumors parlano di un clamoroso addio, con il sostituto che potrebbe clamorosamente essere Vincenzo Italiano. Ma, a questo punto, la domanda vera diventa: i vertici della Juventus cosa vogliono per il futuro? Liberarsi di Allegri significherebbe, oltre ad avere a libro paga un elevato ingaggio da 7 milioni di euro a stagione (fonte: Calcio&Finanza), sposare una linea ‘verde’. Specialmente se, a raccogliere quell’eredità, fosse Vincenzo Italiano, uno dei più interessanti allenatori della ‘nuova scuola’ della Serie A. Ma se questa fosse davvero la prospettiva, perché gli sforzi – a detta dei rumors di mercato – sono incentrati sulla ricerca di ‘giocatori pronti’ come Di Maria e Pogba e non su giovani di prospettiva?
Era il 19 maggio 2010 quando, Andrea Agnelli, diventava il presidente della Juventus. Il numero 1 del club bianconero ricostruì il club con un’idea precisa: ammodernamento a 360 gradi, dalle infrastrutture (Allianz Stadium, J-Museum, J-Village, ndr) al miglioramento della squadra. Venne ‘scovato’ Arturo Vidal, venne portato a Torino un Pogba talentuoso in versione giovane e affamato. Si lavorò nell’ottica della crescita tecnica, aumentando i ricavi commerciali e mantenendo una certa stabilità economica, fino ad alzare pian piano l’asticella con acquisti ‘pesanti’ come Higuain, Ronaldo e De Ligt. Posto che non esiste un modello universale e perfetto, ma quello più efficace in un dato contesto storico, la Juventus diventò dominante grazie ad un’idea di calcio precisa ed una sinergia inscindibile sulla programmazione.
Oggi sembra dominare la confusione. Tre allenatori diversi in tre anni che, addirittura, potrebbero diventare quattro. Un investimento pesante su Vlahovic, nonostante un tecnico che cerca il cosiddetto instant team. Ma al di là delle mancanze tattiche della seconda versione di Allegri, confusa, incerta e più dedita ad una ‘lotta ideologica’ con i propri detrattori, piuttosto che ad una iniezione di esperienza e mentalità ad una squadra in ricostruzione, l’unico punto in comune che sembrano avere Allegri e la dirigenza della Juventus, è l’assenza di un’idea per il futuro e, ora, i tifosi bianconeri vogliono una risposta concreta dopo due stagioni di fila a guardare la Milano calcistica festeggiare.